La bellezza e l'energia
di Alfredo Bonomi

In un'antica santella nei pressi della parrocchiale che Sabbio Chiese dedica a San Michele Arcangelo, c'è una nuova e significativa opera di Guglielmo Tonni



Nella iconografia più diffusa S. Michele Arcangelo è rappresentato alato in armatura con la spada o la lancia con cui trafigge il Demonio, spesso nelle sembianze di un drago.
Alcune volte ha in mano una bilancia con la quale pesa le anime.

Il culto di S. Michele in origine era localizzato solo in Oriente ma, a partire dal secolo V si diffuse anche in Europa, partendo dal santuario a lui dedicato sul Gargano, meta molto frequentata per secoli dai pellegrini per la fede.

L’immagine di S. Michele Arcangelo deriva direttamente dai passi dell’Apocalisse nei quali il santo è presentato come l’Angelo che conduce altri angeli nella battaglia contro il Drago, che rappresenta il Demonio all’attacco di Dio, e lo sconfigge.

Da questi passi è scaturito poi un percorso di fede e di immagini che ha portato i credenti a invocare S. Michele come l’Angelo per la buona morte, legando questa figura al momento più risolutivo per ogni uomo, precisamente a quello dell’abbandono della vita terrena.
Così le sembianze di questo angelo, battagliero per il bene, sono entrate nelle dimore dei ricchi e dei poveri.
L’arte ha concorso a sottolineare l’aspetto di Angelo protettore contro il male.

Lungo il corso dei secoli pittori di grande talento hanno fornito bellissime rappresentazione di S. Michele destinate a chiese, santuari, conventi e dimore di famiglie di solida economia; accanto a questo fluire d’arte si è sviluppato un percorso più semplice e di minor costo per le dimore più umili, fatto di ex voto e di stampe gelosamente custodite nelle camere da letto, specialmente in quelle dei contadini, dove era consuetudine radunare i famigliari per un abbraccio collettivo quando un caro entrava in agonia.

Guglielmo Tonni, artista sensibile ed impegnato,
rifacendosi all’iconografia tradizionale di questo santo, ha maturato una sua personale interpretazione che è carica di fascino.
Il suo S. Michele, elegante e deciso, emerge da uno sfondo di tonalità scure ed è carico di luce che promana dal suo corpo.
I colori delicati delle vesti e la morbidezza del volto sottolineano una forza d’azione che è tale perché ha la bellezza dello spirito.

È un combattente del bene e quindi è una creatura bella di sembianze e di cuore, dalle forme fisiche solide, ingentilite dal portato spirituale.
L’Angelo che soccorre contro il male che tallona gli uomini è una creatura confidente che consola l’uomo.
Guglielmo Tonni è riuscito bene a cogliere questa interpretazione di S. Michele, guerriero di Dio e dello spirito, nel medesimo tempo essere armonioso e protettivo.

La tecnica pittorica, con la pennellata pastosa e veloce, rende bene il momento nel quale, come una folgore che cala dal cielo, l’Angelo Michele colpisce il Demonio, qui concepito come uomo dalle sembianze alterate, appunto perché portatore di male.
Le tonalità del dipinto, in alcune parti brillanti, in altre abbaglianti, in altre tenebrose, rendono felicemente la dicotomia tra il mondo del bene e quello del male, vale a dire quel dissidio latente in ogni uomo, oltre che nella storia dell’umanità.

Le ali e le vesti di S. Michele sono mosse da un forte vento che si è scatenato nel momento in cui la fedeltà a Dio dell’Angelo si misura con decisione con l’infedeltà del Demonio, ingaggiando una grande lotta destinata alla vittoria.

L’opera, ubicata in una santella storica di Sabbio Chiese per ricordare la dedicazione della parrocchiale a questo santo, diventa così un messaggio di fede in arte per il credente che si reca al colloquio con Dio in chiesa, o per chi si sofferma a riflettere sulle questioni spirituali.

Dicembre 2015 -  Alfredo Bonomi

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