«Ribelliamoci ai soprusi, alle ingiustizie, ai pregiudizi, ai ladrocini»
di Elsa Pelizzari (Gloria)

Riportiamo il bel discorso pronunciato da Elsa Pelizzare, la staffetta partigiana Gloria, alla commemorazione di domenica scorsa in ricordo dell’eccidio di Provaglio Val Sabbia


Il delicato momento che il Paese attraversa, con gli scossoni che lo hanno investito e i mutamenti in atto che lo hanno portato ad elaborare, richiedono una riflessione.

L'Italia cambia velocemente e speriamo che tali mutamenti, opportuni e necessari portino il Paese fuori dalle pericolose emergenze verso il superamento del degrado morale, politico, socio-economico con soluzioni di riaffermata democrazia.
L'ANPI, con la fiducia nel proprio patrimonio morale, deve esprimersi sulla gestione dello Stato e delle strutture, delle quali, chi più, chi meno, sono responsabili tutti i partiti che hanno rappresentato la Democrazia dal 1945, in un processo degenerativo sempre più veloce e profondo, che ora è arrivato alla resa dei conti.
Occorre operare un innesto tra il vecchio, che non è tutto da buttare, e il nuovo che sta crescendo. L'obiettivo è quello di semplificare il sistema dei partiti perché si possa governare democraticamente.

Questo compito di unire è stato per l'ANPI, è stato per l'associazione, un compito essenziale che ha evitato lacerazioni più gravi tra le forze democratiche del Paese.
Tutto questo non ci impedisce di chiederci: «Perché ci troviamo tutti gli anni, vicino al monumento dei nostri Caduti della 7a Brigata Matteotti???».
Non certo per solenne commemorazione, per la quale nessuno di noi è tagliato.
Non certo per contribuire al gonfiamento colorato dell'epica Partigiana. E qui penso alla demagogia dell'epica Partigiana che vuole far credere che tutto un popolo scelse di resistere. Magari!

Allora, invece, lo sappiamo, la Resistenza fu una scelta e una espressione di minoranze abbastanza coscienti, specialmente nel nord Italia.
Non certo ci ritroviamo qua ogni anno per complimentarci con noi stessi e con altri, che quei segni di Libertà e di giustizia, allora intravisti, sono diventate cose certe e inalienabili per tutti.
E anche per vantarci e avere gratitudine e riconoscenza, che alcuni, troppo, da noi diversi pretendono in nome della Resistenza.
NON PER QUESTO !

Ci troviamo qua forse per tutto l' opposto di quanto sopra.
Anzitutto per ricordare, più che i fatti di tanti anni fa, lo spirito, il modo di fare e di essere nostro di allora. Con lo stesso pudore di allora.
Sono con noi quelli che ci erano vicini allora e che sono Caduti, perché qualcuno doveva pagare, a sorte, con la propria vita.
Sono qui con noi quelli che ci dettero una mano, un aiuto, un appoggio indispensabile, un sorriso: tutto senza che noi lo chiedessimo.
Perché la nostra causa era la loro; per loro scelta e senza chiedere nulla, dopo, a nessuno.

Sono qui con noi tutti quelli che ci hanno lasciato dopo.
Ricordo fra gli altri il caro Santo Persavalli, giovane Matteottino scampato all'eccidio.
Lo  ricordiamo con  suo fratello Isacco. 
Torniamo  qui  a  Provaglio V.S.  ogni anno  per tanti altri motivi. 
Uno dei quali è: perché in Valle Sabbia, anche chi non è nato, ma qui ha dato il meglio di sé nella lotta di Liberazione, si sente Valsabbino perché qui ha imparato i valori veri, quelli essenziali.

«Per una Italia senza invasori occupanti e senza venduti» era scritto tra i nostri motti di allora.
L'appuntamento qui è anche per ritrovarci e guardarci in faccia, magari guardati dai figli o dai figli dei figli perché la vita va avanti.
Allora bastava uno sguardo per sentirci d'accordo su una scelta.

Basta ancora una scelta. Basta ancora uno sguardo o una stretta di mano per sapere se abbiamo ancora le mani e la faccia pulita?
Forse ci troviamo qui per sentirci minoranza, come allora, nel mezzo di una guerra guerreggiata. Subdola, fatta col pretesto liberatorio.
Sulla testata de «Il Ribelle» era scritto: «Temo la Libertà portata in dono».

Della Libertà i nostri Caduti ne testimoniarono il prezzo con la vita.
Come allora veniamo sui monti anche per riflettere, in una pausa necessaria per le azioni.
Perché nelle aspirazioni dei nostri Caduti, sentiamo ancora le nostre amarezze, le stesse di allora.
Sentiamo ancora il male della indifferenza, quasi raddoppiata per la nostra Italia.

Allora... perché non ricominciamo, ognuno, ad essere, a fare noi come allora, prima di altri che dicono ma non fanno, allungare una mano prima che la chiedano, ad essere puliti noi, a ribellarci con i mezzi della Libertà ai soprusi, alle ingiustizie, ai pregiudizi, ai ladrocini?
Ci sarà così un altro motivo per ritrovarci e ancora pronti a dare, vicini al ricordo dei CADUTI in questa bella Valle Sabbia.


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