Anfo, ne arriveranno altri venti
di Ubaldo Vallini

E' l'ipotesi ventilata dai responsabili della cooperativa che si sta occupando di accogliere profughi ai "Tre Casali" di Anfo. Intanto gli amministratori precisano: «Mai detto benvengano» 

 
E' arrivata Giovanna Longhi, capo di gabinetto della prefettura di Brescia, ieri ad Anfo, su richiesta degli amministratori sorpresi e preoccupati per l'insediamento di un primo nucleo di 7 richiedenti asilo negli spazi da tempo abbandonati dei Tre Casali, ad una manciata di chilometri dal paese.
Con lei il responsabile della cooperativa che si sta occupando di gestire queste presenze, proponendo i progetti di cui abbiamo già scritto ieri.

Grande la preoccupazione degli amministratori, espressa al funzionario, presenti il vicesindaco Oscar Zanardi e l'assessore Luca Dagani, per questa vicenda che è passata sulle loro teste senza che ne sapessero nulla se non a cose fatte.
E con noi precisano: «Mai pronunciata la parola "benvenuti" nei confronti di questa vicenda, che invece ci preoccupa tantissimo».
 
«Abbiamo si affermato che non ci sottrarremo alle nostre responsabilità e siamo pronti a dare il nostro contributo per gestire queste sette persone, che se ben inserite potranno collaborare nel rendere più abitabile il nostro paese in operazioni di pulizia dei sentieri - aggiungono i due -. Purchè non ne arrivino altri: Anfo è un piccolo paese con meno di 500 abitanti e non è assolutamente in grado di sopportare anche un solo profugo in più».

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