Lo smartphone del futuro? E' cinese
Cornici assenti, schermo con bordi curvi e nessun foro per l’altoparlante: il “concept phone” dell’azienda orientale è già in vendita a partire da 480 euro. Ma solo in Cina


Nel mondo degli smartphone la parola d’ordine è stupire. Rilasciare prodotti uno dopo l’altro, migliorandone le caratteristiche interne ma senza rivoluzionarne il design, è una mossa rischiosa che solo in pochi, come Apple con l’iPhone 7, possono permettersi.

Ma il nuovo telefono presentato da Xiaomi, nome in codice Mi Mix
, è andato ben oltre il semplice lifting: con uno schermo da 6,4 pollici praticamente senza cornici e che occupa più del 90% della parte frontale, l’azienda cinese ha creato un precedente che molti produttori, Apple compresa, potrebbero trovarsi a inseguire. Ci ha messo del suo il noto designer francese Philippe Starck, chiamato a progettare il nuovo top di gamma. 
 
Non è tutto: il Mi Mix è anche sprovvisto del tipico foro per l’altoparlante attraverso il quale ascoltiamo i suoni delle telefonate. Xiaomi lo ha eliminato per creare un display senza interruzioni, sfruttando invece un sistema acustico che utilizza il corpo in ceramica per trasmettere il suono direttamente all’orecchio. 
 
Il resto delle caratteristiche è da top di gamma: processore Snapdragon 821, batteria da quasi 4500mAh e fotocamera da 16 megapixel.
E nonostante sia stato definito un “concept phone”, Xiaomi lo ha già messo in vendita in Cina, dove può essere acquistato a partire da 480 euro per una versione con 4GB di RAM e 128GB di spazio di archiviazione, fino ai 540 euro del modello da 6GB di RAM e 256GB di memoria, con tanto di sensore per impronte digitali e dettagli in oro a 18 carati attorno alla fotocamera.  
 
Per alcune testate, come l’americana The Verge, il prodotto di Xiaomi avrebbe messo i bastoni tra le ruote ad Apple, che forse sperava di presentare un design simile per il suo prossimo iPhone, quello del decennale. In ogni caso, da ora in poi gli smartphone di fascia alta dovranno fare i conti con un nuovo standard di bellezza. 
 
Dario Marchetti da La Stampa
 
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