Anfo, monta la protesta
di Ubaldo Vallini

Quarantasette profughi per Anfo sono troppi, senza buonismi o cattivismi che tengano. Nel piccolo centro lacustre il clima è teso e mentre in paese stanno a guardare con preoccupazione, la Lega ha organizzato un sit-in alla Rocca e Azione Sociale si è presentata ai Tre Casali


Che ne dice dei profughi arrivati ai Tre Casali? «Sono troppi, 47 sono davvero tanti per un paese di quattrocentonovanta abitanti».
Come un mantra la frase è pronunciata da tutti ad Anfo e anche nel resto della Valle Sabbia, anche fra le fila della Lega che proprio per questa massiccia presenza ieri ha manifestato davanti alla Rocca.

Paura? Qui cominciano i distinguo.
«E di che cosa - ci risponde con un bel sorriso la barista marocchina del Caffè Alpino in centro al paese -, quelli che sono stati qui per ora si sono dimostrati gentili ed educati. Piuttosto sono loro a non volerci stare, in questo paese troppo piccolo: ne ho visti sei o sette con le valige prendere il pullman ed andarsene via».

«Paura no, però provi disagio quando esci in paese e ne incontri una decina seduti fra i gradini e la panchina – ci dice Anselmo, storico gestore di uno dei campeggi anfesi -. Di questi tempi al massimo incontri un paio di persone, facce conosciute. Questi invece non sai bene cosa facciano, cosa vogliono, tutti neri... forse è perché non ci siamo abituati, ma un po’ di timore c’è».

Più deciso Bastrour, marocchino trentacinquenne
, lavoro e famiglia in Vallesabbia da un bel po’ di tempo. Lo trovoamo insieme ad altri tre connazionali fra i quali Abdelrazak prima in paese poi al sit-in della Lega: «Ho chiesto a mia moglie di tenere la porta chiusa a chiave e di evitare di sorridere a questi ragazzi, fosse anche solo per cortesia.
Meglio evitare, non si sa mai. Anche perché se poi dovesse succedere qualche guaio non sai nemmeno chi andare a cercare per fargliela pagare».

Ieri però di questi 47 ragazzi in giro
per Anfo o lungo la Provinciale 237 fino a Ponte Caffaro, dove erano stati segnalati nei giorni scorsi, non ce n’era nemmeno uno.
Il presidio annunciato dalla Lega Nord in zona Rocca, a metà strada fra il paese ed il residence dei Tre Casali dove i profughi hanno trovato rifugio, ha evidentemente consigliato prudenza.

Fin lassù sono andati a trovarli una decina di militanti bresciani della formazione di estrema destra “Azione sociale”, con Laura Castagna in testa.
Qualche attimo di preoccupazione c’è stato e sono intervenuti i carabinieri, ma il battibecco fra i militanti e uno degli addetti della Cooperativa di accoglienza per fortuna si è risolto in modo civile.

Quanto potrà funzionare?
«Un profugo ogni dieci abitanti – questa volta il mantra è del sindaco Umberto Bondoni -, ma si rendono conto dell’incubo in cui ci hanno cacciati?».

In foto: il paese ieri deserto; il sit.in della Lega Nord; il blitz "pacifico" di Azione Sociale


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