A Villanuova con Crepet
di Enneci

Pubblico delle grandi occasioni a Villanuova sul Clisi per la serata condotta da Paolo Crepet  sulle nuove dipendenze e l'emergenza creativa. Per noi c'era anche Armando Ponchiardi. Video


Il teatro “Corallo” di Villanuova ha accolto con un tutto esaurito ieri sera lo psichiatra Paolo Crepet per un incontro dal titolo “Le nuove dipendenze e l’emergenza educativa”.
Le dipendenze oggetto della serata sono rappresentate dalla tecnologia presente in modo così massiccio ed invasivo nella nostra epoca, definita per l’appunto digitale.

Il professore ha arringato la platea dosando sapientemente spunti di riflessione e provocazioni per portarci a pensare al ruolo sempre più dilagante della tecnologia nella vita quotidiana. Tecnologia a cui stiamo demandando sempre più compiti, tutto questo con la scusa di semplificarci la vita ma sull’altro piatto della bilancia cosa abbiamo?
Relazioni umane deteriorate, relegate a qualche messaggino tramite smartphone o per mezzo di piattaforme social e perdita di informazioni intese come perdita di capacità cognitiva o di manualità.

Illuminante l’esempio, fornitoci dal professore, di come in un Ateneo italiano un preside di facoltà abbia invitato i docenti a “riassumere” tutti i libri di testo in uso che superassero le 1000 pagine dando implicitamente l’idea che gli studenti di oggi non abbiano la capacità di metabolizzare un testo di lunghezza superiore.

Secondo il Professore stiamo perdendo la profondità nella conoscenza e nelle relazioni fino ad arrivare ad uno stile di vita connotato dalla velocità e dalla superficialità che, se ci fermiamo un attimo a pensare, è proprio lo stile che ci viene ormai praticamente imposto dai ritmi quotidiani e dall’impossibilità di “staccare” la testa anche solo per poco, bombardati come siamo da innumerevoli stimoli che non riusciamo a codificare ed approfondire.

Durante la “lezione” Crepet ha anche raccontato di un aneddoto occorso tra lui e l’Architetto di fama mondiale Renzo Piano. Alla domanda: “da ragazzo cosa facevi quando non avevi nulla da fare? Giocavi a pallone?”, l’architetto Piano spiega: “no, andavo sul tetto del palazzo in cui abitavo e guardavo l’orizzonte”.

Il mirare l’orizzonte e sognare di fare cose straordinarie ha portato Renzo Piano bambino a diventare il genio mondiale che tutti conosciamo. La provocazione di Crepet è : “Cosa potrà mai fare un bimbo moderno che ha come orizzonte un tablet a 30 centimetri di distanza dagli occhi?”.

A noi la risposta…

Per noi con la sua telecamera c'era anche Armando Ponchiardi.

VallesabbianewsTV


 
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