Fuori casa
di Val.

A Famea l'incendio ha reso inagibile l'appartamento dove Tino abita con la famiglia: le fiamme nel solaio, infatti, hanno lesionato la sottostante soletta. Danni ingenti.
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Domenica di paura per una famigliola di Famea di Casto, che si è ritrovata di colpo senza casa.

«La prima a svegliarsi è stata la bambina che erano circa le otto, poi anch’io ho sentito uno strano scoppiettio. Quasi contemporaneamente mi sono accorto che mancava la corrente e stavo cercando di capire il perché quando ho visto il segnale d’allarme dei pannelli solari.
Così sono salito dall’abbaino ed ho visto che nel solaio bruciava tutto, non ci si poteva entrare».
Questo il racconto sconsolato di Clementino Scalvini, Tino per tutti, dei primi e concitati minuti che hanno preceduto la chiamata ai numeri d’emergenza.

A prendere fuoco era stato il tetto della villetta al civico 1 di via Famea a Casto, dove Tino vive al primo piano con la compagna Gennifer e la piccola Maddalena, mentre al piano terra ci stanno i suoi genitori.

«Un tetto ignifugo e non è servito a niente: i pompieri da Vestone sono arrivati veloci, ma ormai era praticamente già tutto bruciato» ha aggiunto cercando di contenere la disperazione.

«Dai che non si è fatto male nessuno, questa è la cosa più importante» gli diceva di rimando papà Giuseppe, che poi ha raccontato: «Io di solito a quell’ora accendo la stufa e poi vado al fienile a dare un’occhiata agli animali. Questa volta invece ho visto che c’era nuvoloso ed ho aspettato un po’. Altrimenti me ne sarei accorto prima, forse avremmo potuto intervenire subito e rimediare».

Un intervento in realtà piuttosto difficoltoso anche per gli esperti: dove non era bruciato e pericolante, infatti, il tetto della casa era ghiacciato e c’è mancato poco che qualcuno dei soccorritori si facesse del male.

I primi ad arrivare sul posto sono stati i carabinieri di Vestone, che hanno notato da lontano la colonna di fumo prima ancora che partisse l’allarme, poi tre unità dei vigili del fuoco volontari di Vestone, col supporto dei colleghi da Salò.

Ingenti i danni: il tetto, l’acqua dappertutto, il calore sprigionatosi nel solaio che ha fatto crepare la soletta, rendendo inagibile l’appartamento sottostante, salvando solo quello di papà Giuseppe.
Era già mezzogiorno quando, terminata anche la fase di “bonifica”, i vigili del fuoco hanno potuto fare rientro alla base. 

VallesabbianewsTV



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