«Nikolajewka, la giornata degli eroismi più fulgidi»
di Cesare Fumana

Ricorre quest’oggi, 26 gennaio, il 74° anniversario della battaglia di Nikolajewka, l’ultimo sanguinoso combattimento degli Alpini durante la ritirata di Russia, che vide protagonisti, fra gli altri, i battaglioni valsabbini “Vestone” e “Val Chiese”


I reparti nei quali erano inquadrati la maggior parte degli alpini delle nostre terre facevano parte con il btg. “Verona” e il gruppo “Bergamo” del 6° reggimento Alpini, che rappresentava l’avanguardia della colonna in ritirata, al cui comando fu chiamato il generale Luigi Reverberi, comandante della divisione Tridentina.

Fu lui, quando ormai stavano calando le prime ombre della sera e sembrava che non ci fosse più niente da fare per rompere l’accerchiamento, a salire su un semovente tedesco e, incurante della violenta reazione nemica, al grido di “Tridentina avanti!”, a trascinare i suoi alpini all’assalto.

Ricordiamo quei tragici ed eroici momenti
proprio con le sue parole, pronunciate in occasione dell’Adunata della Tridentina, svoltasi a Gavardo il 26-27 ottobre 1946, pubblicato integralmente sul giornale “Monte Suello” della sezione Ana di Salò n. 5 dell’agosto 1996.

“… Dal 17 gennaio 1943, ebbe inizio, o Alpini, l’Impresa che vi ha imposto alla ammirazione del Mondo, perché compiuta in circostanze così spaventosamente avverse che nessuna mente, per quanto ottimista, avrebbe potuto presagirne la felice soluzione. [...]

Si videro in questa tragica odissea, che durò per oltre 15 giorni, i più generosi esempi di cameratismo: alpini che si caricavano del carico dei compagni più stanchi; alpini che portavano barelle con feriti ed ammalati; alpini che sostituivano i quadrupedi nel traino delle slitte.
[...]

11 accerchiamenti spezzati, 14 battaglie combattute e vinte in una steppa desolata che non offriva alcun conforto, con una temperatura assiderante che alle volte ha raggiunto i 40 gradi sotto zero, sono le poste che il destino aveva messo al nostro riscatto. [...]

Ma la sorte avversa vuole ancora chiudere questi soldati in un cerchio di ferro e fuoco per farla finita, per stendere un nero sudario sulla grande vicenda. Eccoci alla memorabile giornata di Nikolajewka: martirio e gloria della “Tridentina”. È questa la giornata degli eroismi più fulgidi: è questa la giornata che pur pagandolo a carissimo prezzo i reparti della “Tridentina” acquistano il maggior titolo di gloria. [...]

E qui consentite a questo vecchio soldato, giunto ormai al fine della sua vita militare, di dirvi come mai egli abbia tanto amato come in quel giorno; come mai egli abbia tanto ringraziato il destino, come in quel giorno, nel quale ha potuto darvi prova della sua grande passione alpina. [...]

Allora il vostro generale, divenuto solo e semplicemente il Padre dei Suoi Alpini, vi ha guardato negli occhi; ha visto il vostro scoramento davanti all’impossibile ed ha offerto a Dio la sua vita, perché voi foste salvi; e nel preciso intendimento di compiere il suo ultimo dovere verso di voi, che già tante prove di affetto gli avevate dato, partì solo, avanti a tutti, fidente che Iddio avrebbe accolto il suo sacrificio per la vostra salvezza: e la lotta fu ripresa con rinnovata energia e la vittoria fu nostra e davanti a noi fu aperta finalmente la via del ritorno.

Non ho mai parlato con alcuno di questo episodio che pure è noto; perché certi ricordi si conservano gelosamente custoditi nel cuore; ma oggi qui, a solo a solo con voi, che potete comprendermi, alla vigilia di lasciare volontariamente l’Esercito dopo tanti anni di servizio, ho voluto dirvi quale è il più grande orgoglio, che porto con me e che servirà a rendere meno doloroso il distacco da quella divisa che ho vestito per 35 anni e, ritengo, senza mai venir meno alle leggi dell’onore militare e civile”.


Nelle foto:
. da sinistra, il tenente colonnello Policarpo Chierici comandante del Val Chiese, il tenente Baietti (futuro Presidente della Sezione di Brescia), il colonnello Paolo Signorini comandante del 6°Rgt. Alp., il generale Luigi Reverberi a rapporto a Nikolajewka il 26 gennaio 1943
. il gen. Luigi Reverberi prima della partenza per la Russia
. la consegna della medaglia d'oro al valor militare al gen. Luigi Reverberi in piazza della Loggia a Brescia il 21 gennaio 1951
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