Due appartamenti inagibili
di Ubaldo Vallini

Ancora non è completa la conta dei danni, che si preannunciano ingenti, per la casa andata a fuoco nel cortile dei Berardi in via Carfio ad Agnosine. Due gli appartamenti che richiederanno pesanti interventi di sistemazione. Video

 
Han sentito vibrare la parete e si sono accorti che la canna fumaria nella quale la stufa della nonna, al primo piano, scaricava i suoi fumi, aveva preso fuoco.

Così, nonno, figlio e nipote, tappata dal di sotto l’aspirazione d’aria, sono saliti veloci oltre il secondo piano, sui tetti, a buttare acqua dal camino in fiamme.
Erano all’incirca le 13 e 30 di ieri pomeriggio e l’intervento, sedato il rogo nel comignolo, pareva avesse risolto il guaio.

Peccato che ormai il tubo d’acciaio divenuto rovente aveva intaccato la chimica dei travi in legno del sottotetto.
E quando i tre si sono accorti che anche quello fumava, si sono ritrovati nell’impossibilità di intervenire.

Questa, più o meno, la cronaca di come in via Carfio ad Agnosine ha preso fuoco il tetto di una casa, di quelle che si affacciano nello storico cortile dei Berardi.
Qualcuno nel frattempo aveva composto i numeri di emergenza.

Così, prima i vigili del fuoco da Lumezzane con mezzo polivalente ed autopompa, poi anche i rinforzi da Salò, in men che non si dica, eran già in azione.
Le fiamme però sono state ancora più veloci e si erano già alzate alte sul tetto, impedendo ai soccorritori un veloce intervento dall’alto.
Tanto più che le strade strette non permettevano di raggiungere il posto con l’autoscala.

La priorità a quel punto era salvare la casa adiacente dal calore e dalle fiamme, per cui alcuni pompieri hanno preso a tagliare il tetto già intaccato dal rogo, altri si sono arrampicati sul quello vicino per tener basse le fiammate, in quel momento alimentate da un venticello beffardo che mettevano a rischio ogni azione.

Una volta circoscritte le fiamme,
la fase di spegnimento è durata fin oltre le 17, poi la bonifica.
Alla fine la conta dei danni: ingenti, con due famiglie, sei persone in tutto, costrette a cercar temporaneo ricovero altrove.

E la sempre più frequente constatazione: possibile che ad andare a fuoco per il funzionamento difettoso di una canna fumaria, troppo spesso, siano le case da poco costruite o appena sistemate?
Quel tetto, ci dicono, aveva poco più di un anno ed era coibentato con materiale ignifugo.
Regolare e posizionate secondo le procedure indicate, sembra, anche le canne fumarie, d’acciaio. E allora?

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