Dopo cinque anni di soprusi, la denuncia
di Val.

La sordida vicenda, vittima una donna di 30 anni, si è svolta fra Gavardo, Vobarno e Salò. Se ne sono occupati i militari salodiani,: due gli uomini finiti in carcere

 
Si è concluso ieri il mese di marzo, idealmente dedicato alla donne, mettendo in evidenza le violenze di cui sono sempre più spesso vittime.
Ed ecco puntuale l’ennesimo fatto di cronaca, questa volta maturato fra Gavardo, Vobarno e Salò, dove risiedono i tre protagonisti.

La seguivano e si appostavano con l’intenzione di intimorirla, la importunavano con minacce telefoniche e verbali, creando in lei, donna di trent’anni, un perturbante stato di ansia.

Perché questo? Uno dei due, suo coetaneo, semplicemente non sopportava l’idea che lei avesse deciso di lasciarlo, per altro dopo un burrascoso periodo di convivenza.
L’altro, fratello di lui, gli dava manforte macchiandosi così degli stessi odiosi reati.

Una vicenda triste, quella ricostruita dai carabinieri della stazione di Salò al comando del maresciallo Alfredo Negro, che sarebbe andata avanti per cinque lunghi anni.
Fino a quando la donna ha trovato il coraggio di rivolgersi agli uomini e alle donne dell’Arma, che l’hanno accolta e protetta.

I due balordi, vecchie conoscenze anche per altri reati,
prima sono stati indagati poi, raccolti elementi sufficienti, sono finiti in carcere a Canton Mombello a disposizione dell’Autorità giudiziaria, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Brescia su richiesta della Procura della Repubblica.

Dovranno rispondere di maltrattamenti in famiglia ed atti persecutori.

In caserma a Salò, per altro, è presente da quasi un anno uno degli ambienti protetti riservati alle donne vittime di violenza denominato “Una stanza tutta per te”, creato nell’ambito di un’iniziativa sostenuta dall’associazione “Soroptimist” e dall’Arma dei carabinieri.

Forse proprio questa presenza ha favorito il formarsi di un gruppo di militari che fanno capo alla Compagnia di Salò, uomini e donne, particolarmente sensibili e capaci nel sostenere le ragioni delle persone più deboli, come sono appunto le donne vittime di violenza.

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