Quando passò il vicerè
di Beppe Biati

Sulla visita in Valle Sabbia di Ranieri Giuseppe Giovanni Michele Francesco Geronimo d'Asburgo, arciduca d'Austria (Pisa, 30 settembre 1783 – Bolzano, 16 gennaio 1853), primo viceré del Lombardo-Veneto


Luglio 1823: numerosi patrioti bresciani si trovano in carcere a Milan; una nuova retata della sospettosa polizia austriaca è in corso.
Al delegato provinciale di Brescia, il giorno 15, mediante dispaccio, viene comunicata la visita del vicerè Ranieri: una visita di passaggio, ma tale da mettere in notevole apprensione le autorità locali, che devono provvedere agli alloggi e ai ricevimenti; l’augusta coppia ed il loro corteo devono trovare sul loro percorso strade agevoli.

La Valle Sabbia, a quel tempo, avrebbe presentato solo strade dissestate se il vice-delegato provinciale non si fosse affrettato a disporre che venisse tolto indilatamente qualunque siasi disordine.

Ed ecco che ingegneri, periti, impresari, operai sono invitati ad ispezionare le strade e ad eseguire i lavori suggeriti. Se nella borghese Salò si raccomanda di far assicurare le ante delle boteghe contro il muro (…) per dare alle strade tutta la sua larghezza in piena libertà, lungo le strade della agricola Valle Sabbia, a sicurezza del passaggio degli Augusti personaggi e il loro seguito, non deve ritrovarsi alcun carro sugli stradali stessi.

Inoltre, nel tronco delle Baracche, da Tormini a Vobarno, nella discesa vicino all’osteria del Cavara, sarà bene che si vada con precauzione trovandosi la strada alquanto elevata sopra i laterali fondi e senza barricata. 

Il tratto di strada, all’interno di Lavenone, poi, è ancora in corso di costruzione, ma per il 25 luglio, giorno del passaggio, deve essere ultimato.

Sotto la Rocca d’Anfo
una frana ha ostruito la strada. Toccherà alla Deputazione del Comune provvedere a rimuovere il materiale in fretta e in modo tale da allargare la carreggiata.

Sulla strada di Bagolino occorre mettere dei ripari in vari punti e soprattutto allargare i due risvolti nei zic zac vicini al ponte Prada.
Si è provveduto anche agli alloggi: a Salò presso l’albergo Valudari, a Bagolino nelle case Benini, Bazzani e Salvadori.

Il deputato comunale di Bagolino, Zanetti, non dissimula le sue preoccupazioni: chiede precise istruzioni alla Delegazione provinciale, sottopone il programma dei festeggiamenti, si angustia oltre il lecito: …trattandosi che il paese manca di pesci e d’ogni altro genere adatto alla tavola delle Auguste LL. AA. E del loro seguito e che non riuscirebbe di farne alcuna provvista se non impegnandone per mercoledì prima di mezzogiorno, prima cioè che ne venga fatto il trasporto dal lago d’Idro e da quello di Garda alla città (si domanda) in quale quantità e di quale qualità si debba provvedere tanto del pesce, come d’altri generi affinchè non accada che si creda fornito questo comune d’ogni cosa e d’ogni comodo quando invece vi manca tutto tranne che di buttiri e di altri commestibili grossolani.

Il giorno della visita è giunto.
Da Anfo i vicereali si degnano di prendere la nuova strada che, con sommo dispendio, ha aperto il ricco e importante comune di Bagolino per mettersi in comunicazione col resto della valle e quindi anche con Salò e Brescia.

Giunti al torrente Caffaro visitano i lavori del nuovo ponte in pietra che poggiando dall’una falda del monte all’altra deve con un solo arco sovrastare ad enorme altezza alle acque del torrente che ivi precipitano in un profondissimo burrone.

A Bagolino, dopo la visita al molino e al forno fusorio comunale, assistono alla fabbricazione dell’acciaio e alla costruzione dei vomeri. La sera, davanti alla casa Benini dove il vicerè e il suo seguito hanno preso alloggio, vedesi in carattere d’immensa dimensione la cifra delle LL. AA., resa scintillante dalla variata e copiosa illuminazione.

Il 27 mattina i vicereali si recano a collocare la prima pietra dell’arco del ponte sul Caffaro (sotto la quale sono poste diverse monete d’oro e d’argento con l’effigie del sovrano) e coronare i voti della Deputazione e della popolazione col permettere che il nuovo ponte venga onorato col nome di Ranieri.

Di ritorno da Bagolino, solo una breve visita a Vobarno alle grandi officine Fossa, ove si eseguiscono importanti lavori in ferro ed in rame anche in servizio della I. R. Marina di Venezia.

La fugace visita è terminata
. I deputati comunali tirano un largo respiro, la Delegazione provinciale  uno ancor più lungo, qualche cospiratore manda uno sberleffo in più.

(A cura di Giuseppe Biati)
 
P.S. 
A proposito di regali visite in Valle Sabbia, oltre cent’anni dopo, nel 1926, un’altra delegazione, di altra monarchia, “solca”, con i nuovi mezzi della modernissima meccanizzazione, questo suggestivo territorio. 

Era la delegazione del principe Umberto di Savoia.
Questa fulminea visita è consegnata alla storia (quella fortunatamente con la “s” minuscola) da un’epigrafe collocata in quella occasione (ma poi tolta nel 1943) nella Piazza Principe di Piemonte, nel borgo di Lavenone.

Recita:
“QUI
DOVE OPEROSITA’ DI POPOLO FORTE
ESPRIME ITALICA VIRTU’
IL PRINCIPE UMBERTI DI SAVOIA
SOSTO’
E PRODIGANDO CONFORTO E PREMIO
AGLI UMILI LAVORATORI
REGALMENTE SORRISE
31 AGOSTO 1926 ANNO IV”
 
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