Viaggiare con gli occhi e con il cuore
La cultura, tutto ciò che ci circonda, anche quello che ci sembra naturale e ovvio fare, è una forma di cultura e non ce ne accorgiamo..


...ogni atteggiamento, ogni modo di salutare qualcuno, ogni tradizione, ogni storia di città, ogni artista di strada, ogni scrittore, ogni attoreIl miglior modo di acquisire cultura, si dice sia viaggiare, ma farlo con gli occhi e il cuore ben aperti, perché altrimenti sarebbe solo un gironzolare inutile. A tal proposito, mi piacerebbe molto avere la possibilità di andare in lungo e in largo per raggiungere posti con convinzioni  e modi di fare completamente diversi dai miei.
 
La cultura serve proprio per imparare che non esiste solo un tipo di pensiero, di visione del mondo, di vita, ma c’è diversità. Infatti è proprio dal diverso che si apprende di più; si riesce a essere più generosi, più comprensivi, più amorevoli e ad avere lo sguardo e la mente più ampi; in questo modo si ha la possibilità di decidere quale stile di vita sia più affine a sé; un po’ come nell’Emilio di Rousseau, nel quale il ragazzo protagonista ha la possibilità di viaggiare proprio per scegliere qual è la patria ideale per accogliere lui e la sua famiglia.
Oggigiorno si può afferrare cultura in ogni dove: tv, internet, libri, arte, ovunque; ed è proprio questo che è stupendo: ogni cosa è intrisa di cultura.

Ilaria
 
La risposta
 
Ciao Ilaria, credo anch'io che collegare gli occhi a un cuore ben aperto sia l'unico modo per viaggiare sul serio, cioè di intraprendere un percorso in grado non solo di spostarti da un posto a un altro ma di spostarti da te, di farti cambiare dalla cultura incontrata sul cammino. Senza questo cambiamento, senza questo spostamento da te non hai fatto l'amore con le culture incontrate (fossero pure un semplice panino schifoso di cui tutti sono entusiasti e ghiotti) ma al massimo con le tue aspettative, magari deluse dal fatto che la piscina del resort non era limpida come nel depliant.
 
Viaggiare e acquisire cultura è la migliore gavetta per imparare ad amare l'uomo in tutti i suoi colori e odori. Viaggiare, ma col cuore e gli occhi aperti come scrivi tu, serve a renderci conto che non c'è nulla di naturale nel nostro modo di comportarci, che anche in un sorriso scaturito da un'emozione c'è cultura.
Viaggiare serve a vedere e poi a sentire col cuore che in comune abbiamo il fatto che siamo stati gettati su questo pianeta e per il resto ciascuno ha reagito diversamente, anche se è vero che ci sono stati grandi fili conduttori nel modo dei popoli di reagire all'esistenza su questo pianeta.
Ma vedere a fondo queste differenze significa anche sentire a fondo cosa rimane rispetto a ciò che differisce: rimane un nucleo, l'esser uomo. Nel senso che i modi sono tanti, infiniti, ma sono modi di una stessa cosa, l'uomo.
 
Sia nella nostra quotidianità che nella storia, sia nel piccolo delle nostre vite che nel grande della vita collettiva accade che quel tratto comune a tutti i modi di essere uomo, cioè l'uomo stesso, viene reputato un accessorio da buttare via.
Si dà la precedenza alla valutazione del modo in cui un gruppo di uomini o un uomo sono tali rispetto alla considerazione di base che innanzitutto si tratta di uomini e che solo dopo subentra il loro specifico modo di esserlo.
Qui la cultura divide al punto da autorizzare l'omicidio per ragione di Stato, ideologica, economica, religiosa, culturale, di sicurezza rispetto alla difesa dei propri valori, cioè modalità di essere uomo che valgono più dell'esser uomo.
 
La conoscenza profonda (col cuore come dici te) delle culture altrui, sarebbe davvero il miglior modo per riconoscere che anche chi ha modi diversi di essere uomo è uomo. Invece assistiamo ad uno scenario dove sono i modi a decidere se sei o meno ammesso come uomo, nel senso che non si è uomini per il solo fatto di essere mortali coscienti ma lo si è per cultura e per cultura si può smettere di esserlo, cioè si può venir uccisi e si può uccidere.
 
Allora la tua idea di cultura, Ilaria, forse ci aiuta anche a ricordarci cos'è il rispetto per l'uomo.
Chi non viaggia col cuore aperto o chi non studia molto, rimanendo confinato nel giardino della propria cultura di quartiere, è uno che si mette nelle condizioni di poter uccidere, simbolicamente o materialmente poco conta; perché conosce solo un uomo piccolo, che è il proprio modo di essere uomo e rischia di non riconoscere come umana quella persona diversa che solo l'uomo che ha viaggiato, solo l'uomo colto, o se non colto comunque "sensibile" alla diversità, può chiamare ricchezza e non minaccia.
 
Giacomo
 
Song U2 - One
"Well it's too late
Tonight
To drag the past out
Into the light
We're one
But we're not the same
We get to carry each other
Carry each other
One"
Un brano per dire che essere un'unica cosa non necessariamente significa essere tutti uguali.
È necessario conoscersi, viaggiare, combattere la chiusura mentale con la cultura, e l'obiettivo finale dev'essere quello di sostenerci a vicenda, consci delle proprie particolarità, ma anche dei tratti comuni a tutti (vl)
 
Book Come dio comanda di Niccolò Ammaniti
Tutto è cultura e in Italia negli ultimi anni Ammaniti è stato uno dei pochi a dimostrarlo, con libri e racconti bellissimi e veri, pieni di videogame, droghe e chi più ne ha più ne metta. Magari ve lo faranno leggere anche a scuola: se fosse, non fatevi scappare l'occasione copiando i riassunti da internet, che ne vale la pena (mb)

Da generazioneZ di Repubblica.
 
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