Il caso dei massi spariti a Romanterra
di Val.

Venerdì erano regolarmente presenti nel sito geologico bagosso, domenica no. Dove possano essere finiti e l’utilizzo per cui sono stati portati via di lì, è per ora un mistero


Stiamo parlando di due massi: uno di Arenaria proveniente da Verrucano Lombardo, l’altro di Marmo dolomitico, esempio di roccia metamorfica.

Venerdì scorso erano presenti insieme ad altri macigni delle medesime dimensioni, ciascuno con un cartello esplicativo, lungo il percorso didattico del sito geologico di Romanterra, a Bagolino, quello che ospita uno degli otto “Chiodi d’oro” presenti in Italia e che fungono da riferimento internazionale per gli studiosi nella datazione delle ere geologiche.

Domenica lo studioso di vicende bagosse Luca Ferremi, accompagnando degli ospiti al sito, che fa parte dell’Ecomuseo Valle del Caffaro, si è accorto della misteriosa sparizione.

E si che per portarli via c’è voluto certamente un mezzo meccanico: entrambi i massi infatti, erano troppo pesanti perché qualcuno potesse semplicemente caricarsene uno in auto o su un furgone.

Vuoi vedere che sarà necessaria la videosorveglianza anche per salvaguardare dei sassi? 

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