«La Memoria» fra gioie e dolori
di c.f.

L’assemblea tenutasi una decina di giorni fa a Gavardo ha visto in particolare gli amministratori locali in prima linea per farsi interpreti delle preoccupazioni in merito ad alcuni servizi offerti dall’ospedale di Gavardo. A margine, abbiamo raccolto approfondimenti piuttosto interessanti


Se da un lato l'assemblea ed i progetti esposti sono serviti a rassicurare l’opinione pubblica sul futuro dell’ospedale, con investimenti approvati e nuovi servizi in via di definizione, ciò che ancora desta qualche apprensione, e in alcuni casi malumore, è il presente.

Molto interessante, a tal proposito, è stato il “dopo assemblea”, con le discussioni sviluppate nei vari capannelli che si sono formati all'esterno della sala, proseguite fino a tarda ora, fra semplici cittadini, amministratori comunali e il personale dell’ospedale.
 
Alcune preoccupazioni, come pure degli apprezzamenti, sono giunti anche dal pubblico in sala. Anche il nostro giornale ha registrato, attraverso le lettere al direttore, lamentele per alcuni disservizi, ma anche dei ringraziamenti per le ottime cure ottenute.

Lo avrà notato anche il direttore generale, che da quanto abbiamo appreso l’altra sera, è un nostro assiduo lettore.
D’altro canto, è evidente che vengano sottolineate le carenze: sono quelle che preoccupano i cittadini-pazienti.

In merito all’emodinamica, come è stato detto in assemblea, si è in attesa della risposta dell’assessorato reginale. Ma confidando in una risposta positiva, considerando anche che la Regione Lombardia ha già presso vari ospedali più emodinamiche di quanto previsto dalla legge nazionale di riferimento, restano dei dubbi sulla sua attivazione in tempi ragionevolmente brevi, vista anche la prossima scadenza del mandato regionale, con le elezioni previste la prossima primavera.
 
Alcune problematiche riguardano la carenza del personale.
Da tempo si lamentano carenze di personale tecnico, infermieristico e medico, tanto che sono frequenti i salti di riposo, come pure lo slittamento delle ferie, che secondo le norme si dovrebbero effettuare durante l'anno di competenza, o comunque entro e non oltre il primo semestre dell'anno successivo, mentre a tutt'oggi sono molti i dipendenti che vantano ancora ferie arretrate del 2016.
 
Carenze di organico si evidenziano nel servizio di Anestesia e Rianimazione (un medico in meno) e che l'incarico a termine in attesa di concorso per la sostituzione del primario è avvenuta dopo oltre un anno; due ortopedici in meno nella divisione di Ortopedia e Traumatologia, dove si è aggiunto la recente dimissione del primario, sostituito questa volta con rapidità, in attesa sempre della relativa autorizzazione regionale per il concorso.
 
Ciò però non modifica la consistenza dell'organico del reparto, gravemente sottodimensionato, tanto che la stessa direzione aziendale ha ritenuto necessario e urgente inviare all'ospedale di Gavardo a turno degli ortopedici da Desenzano: personale specializzato che può dare un valido supporto in sala operatoria e negli ambulatori, ma che lasciano il restante gravoso lavoro di reparto e di reperibilità a carico di quei pochi medici rimasti.
 
Alle recenti dimissioni del primario di Ginecologia e Ostetricia si è provveduto con un incarico ad un medico che proviene dall'ospedale di Manerbio, un medico che sarà preparato ed esperto che però è prossimo al pensionamento (un anno circa?). 
Forse, senza nulla togliere alla capacità professionale del nuovo primario, sarebbe stato opportuno affidarsi ad un medico che avesse la possibilità, seppur in attesa di concorso, di pensare oltre che al reparto anche al potenziamento delle attività negli ambulatori e nei consultori, come dichiarato in assemblea dallo stesso direttore generale.
 
Trasferimenti a scapito di Gavardo
Durante la serata, il presidente della Comunità montana di Valle Sabbia si è fatto portavoce di quell’impressione che vi siano dei primari legati al territorio e che rimangano nella struttura per un periodo medio-lungo, in modo da garantire una continuità nella gestione dei reparti.
Questo perché alcune decisioni in merito anche a trasferimenti interni, hanno dato l’idea che si prendano medici con esperienza fatta a Gavardo per trasferirli poi a Desenzano. 
 
Ad esempio, l’Asst da sempre ha avuto tre primari per le tre Pediatrie di Desenzano, Gavardo e Manerbio; da oltre un anno, da quando è andato via il primario di Desenzano, invece di pensare alla sua sostituzione, si è semplicemente disposto il trasferimento del primario della Pediatria di Gavardo a Desenzano e che lo stesso ritorna solo uno o due giorni la settimana; era stata stipulata un’apposita convenzione con un pediatra esterno, ma alla scadenza del contratto non è stato più rinnovato.
 
Anche la responsabile del servizio di dialisi dell'Ospedale di Gavardo è stato trasferito a Desenzano/Manerbio.
È vero che è stato sostituito con un giovane medico, ma la cosa è stata poco gradita dai pazienti sottoposti a dialisi. 
 
Poi il primario del reparto di Medicina generale è stato promosso a capo dipartimento dell'azienda: incarico prestigioso e gratificante per il medico, ma ha impoverito il reparto della sua esperienza oltre che causare una riduzione dell'organico.
 
Durante la serata ci sono state parole di apprezzamento per il reparto di Cure palliative, sia sotto l'aspetto logistico per il comfort offerto, sia per la professionalità del personale.
Tutti conosciamo l’importanza che può avere questo reparto per un paziente, ma anche per i propri familiari.
Qui era presente l’importante figura della psicologa, la cui opera era molto apprezzata, ma che la stessa dal primo marzo 2017 è stata destinata ad altre funzioni.
 
Altro capitolo, di cui la gente ha spesso percezione, è la privatizzazione di alcuni servizi.
Ad esempio, negli anni scorsi il reparto di Lunga degenza/Riabilitazione presso l'ospedale di Salò, ben strutturato, con annessa palestra per la riabilitazione, attraverso una convenzione della Regione Lombardia è stato spostato provvisoriamente presso le cliniche private di Villa Barbarano e Villa Gemma e per il momento non esiste allo studio, vista la disponibilità di spazi a Gavardo, di un suo rientro almeno parziale anche nel settore pubblico di letti e palestra, in modo da aumentare l'offerta e ridurre le liste di attesa.
 
Anche gli ambulatori già attrezzati dei dentisti di Gavardo e Salò sono da tempo chiusi: chi ne ha bisogno deve recarsi a Nozza di Vestone o all'ospedale di Desenzano. Due ambulatori per un bacino di 150 mila persone sono decisamente insufficienti.
L'altra sera è stato annunciato la prossima riapertura dell'ambulatorio di Salò: a quando quello di Gavardo?
 
Anche l'ambulatorio di oculistica, che oggi ha lunghe liste di attesa, avrebbe bisogno di un potenziamento, per consentire maggiori interventi di cataratta, che sembra si stiano riducendo, obbligando i pazienti a recarsi a Desenzano.
Lo stesso per il servizio ambulatoriale di Fisiatria, visto che oggi per una semplice visita servono almeno tre mesi.
 
Ci si rende conto, dicevano i cittadini nella loro lamentele, che non è facile dare risposte esaustive, ma in attesa di un domani migliore, per il quale tutti noi dobbiamo impegnarci, per l’oggi cosa si prevede realisticamente di poter fare?

 
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