Serle atto secondo: da una tristezza all'altra
di Ubaldo Vallini

Dopo le denunce a Cocca di Sotto è tempo di avvicendamenti: i richiedenti asilo cambiano sede e chiudono l'esperienza serlese anche i gestori della società Medica Srl. Indagini affidate ai carabinieri   


«Mi spiace davvero che finisca così, soprattutto per Malag e Giammeh: sono due ragazzi d’oro, simpatici, svegli e desiderosi di farsi strada. Venivano spesso a trovarci, chissà se riusciremo a vederli ancora». Così Annamaria, origine piemontese e serlese d’adozione, arrivata ieri trafelata davanti al residence per cercare di capire chi se ne andava e chi sarebbe rimasto.

Già. E’ finita con uno scambio
, quasi una mossa da “tre campanelle”, la triste vicenda di Serle della quale abbiamo cominciato ad occuparci venerdì.
Ad avvicendarsi sono stati i richiedenti asilo, sotto l’occhio attento del maresciallo Rubietti di stanza a Nuvolento, che ha preferito tenere i colleghi in divisa con tre auto d’ordinanza e pronti ad intervenire un po’ più discosti, per evitare anche solo il rischio di eccitare gli animi.

Ma cambieranno anche i gestori della struttura di via Panoramica 13, una decina di appartamenti edificati cinque anni fa, di proprietà degli Amadei di Muscoline, nei quali abbiamo contato 36 brande occupate: sarà necessario qualche giorno e comunque sarà prima della fine del fine del mese, quando la Medica Srl avrebbe comunque lasciato il campo libero ad altri, che verranno scelti in comune accordo fra l’Amministrazione comunale e la Prefettura.

Tutto è andato liscio ieri: il pullman della Stornati Viaggi di Flero è arrivato poco prima delle 16 portando a Serle un gruppo di ragazzi “nuovi”, col numero stampigliato sulle magliette, portandosene via un paio d’ore dopo diciotto, in modo da ristabilire il numero concesso e stabilito a settembre dello scorso anno in accordo con l’Amministrazione comunale, ovvero 23 presenze.

Ad andarsene, destinazione la città, 18 in via Moretto e 10 in via Corsica, tutti quelli che a diverso titolo avevano manifestato venerdì a noi di Vallesabbianews e del Giornale di Brescia, oltre che alle telecamere di Teletutto il loro disappunto per come venivano trattati: da alcuni mesi erano costretti ad occuparsi “in proprio” del vitto e in alcuni casi persino delle bollette, avendo a disposizione poco meno di 100 euro al mese.

E chi si lamentava, anche solo parlandone con l’agente della Locale o col sindaco intervenuti su segnalazione, lo provano le registrazioni fatte coi cellulari ora al vaglio degli inquirenti, veniva insultato e minacciato dal gestore della struttura.

Ieri chi era rimasto ai margini della protesta si dimostrava speranzoso di poter cambiare in meglio la propria situazione; chi ci aveva messo la faccia in prima persona, il giovane Chief della Sierra Leone avanti a tutti, temeva invece ripercussioni.

Dei “vecchi” richiedenti asilo ne sono rimasti in via Panoramica solo alcuni, forse quelli che avevano creato meno problemi, o forse solo perché il loro trasferimento era già stato fissato per martedì prossimo.
Da una tristezza all’altra, nella speranza che episodi simili non abbiano ad accaderne altri.


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