Inizio bagosso per l'anno scolastico provinciale
di val.

L’anno scorso era toccato a Provaglio Valsabbia di ospitare l’inaugurazione dell’anno scolastico a livello provinciale. Ieri tutti erano a Bagolino


Ancora una volta è stata la Valle Sabbia a fare da palcoscenico per il mondo scolastico porovinciale.
Al canonico taglio del nastro non poteva mancare il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Mario Maviglia, per altro primo “responsabile” di questa scelta.

«Abbiamo deciso di venire oggi a Bagolino per sottolineare l’attenzione che l'amministrazione scolastica provinciale dedica alle piccole realtà di montagna, che sono periferiche geograficamente, ma non per importanza - ha detto Maviglia -. La mia presenza qui oggi vuole appunto testimoniare questo aspetto: fare in modo che i piccoli paesi e le piccole scuole possano vivere, e vivere bene.
Perché soprattutto qui, più che in altre realtà più vaste, le scuole costituiscono un elemento di aggregazione all'interno delle comunità, delle quali sottolineano l'identità storica e culturale. Proprio questo è il senso della mia presenza».

Ma in un “villaggio globale”, in una “società delle conoscenze” che basa la trasmissione dei saperi sui social e grazie alla rete, ha ancora senso parlare di istituzione scolastica?

«Certo. Ed è forse ancora più importante che nel passato - la risposta del dirigente -, perché le disuguaglianze oggi sono ancora più marcate e credo che solo attraverso la scuola ed il contatto con gli altri, attraverso l'offerta formativa che scuole e i docenti possono offrire ai bambini e agli studenti, che queste distanze si possono ridurre.
Questo è almeno il nostro auspicio».

Fra i presenti tanti sindaci, le forze dell’ordine, i rappresentanti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
A fare gli onori di casa il sindaco Gianluca Dagani, al quale abbiamo chiesto quale sia il ruolo della scuola all’interno della comunità bagossa.

«Bagolino rispetto alla Valle Sabbia ha dei numeri importanti, tuttavia è una realtà periferica – ci ha detto Dagani -. Ovunque le scuole sono presidi essenziali di una comunità, a maggior ragione qui, perché attraverso di esse si costruisce il futuro della convivenza.
Si parla tanto di sostenibilità, credo che la prima forma di sostenibilità di una comunità, a lungo termine, passi proprio attraverso le scuole».

Piacevolmente sorpreso che la Valle Sabbia sia stata scelta per il secondo anno consecutivo a dare il via all’anno scolastico, è stato il presidente comunitario Giovanmaria Flocchini:
«La presenza qui del dirigente provinciale significa vicinanza al territorio e alle scuole di montagna. Significa il mantenimento di un servizio che per questi territori è fondamentale, significa avere fiducia nel loro futuro».

«La scuola deve insegnare a tutti ad essere felici e ad appassionarsi al bello e devo dire che qui in montagna questo compito è facilitato – ha detto il dirigente dell’Istituto comprensivo di Bagolino Andus Aristo -. Per questo, credo, il provveditore ha scelto questo luogo ameno per l’inaugurazione provinciale.
La condizione periferica di queste scuole non impedisce loro di sviluppare indiscusse capacità creative.
Oggi l’hanno dimostrato i bambini e i ragazzi che sono cimentati nel ballo, nella recita e nella musica. La scuola deve essere questo: un grimaldello per aprire a nuove conoscenze, verso nuove passioni, fuggendo il nozionismo puro e bieco perché possano aprirsi le menti».

A porre la benedizione sui locali, sulle attività e su chi ogni vive vive la scuola, ci ha pensato il parroco don Paolo Morbio, che per un periodo, mentre l'Amministrazione comunale provvedeva ad ammodernare la scuola veniva dal punto di vista delle sostenibilità energetica, ha ospitato nei locali dell'oratorio numerose classi.


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