Rischio esplosione a Mocasina
di red.

Si porta la bomba a casa dopo una gita. In famiglia, qualcuno un po' più accorto avverte la Locale, che mette in sicurezza il porticato. Ci sono volute due settimane per risolvere il problema



La "scoperta" di portarsi a casa un grosso proiettile d'artiglieria è stata fatta lo scorso 28 agosto a Mocasina di Calvagese.
Un grosso rischio, perchè a quanto sembra l'ordigno avrebbe potuto scoppiare da un momento all'altro..

Per fortuna se ne sono accorti i familiari, che hanno avvisato gli agenti della Locale.

Questi, intervenuti sul posto, visto che si trattava proprio di una granata d'artiglieria, hanno messo in sicurezza l'area ed hanno avvisato le autorità preposte ad un intervento risolutivo, che sono l’Ufficio territoriale del Governo di Brescia (ex Prefettura) e i carabinieri competenti per territorio, quelli di Bedizzole.

Poi si è trattato poi di attendere l'intervento degli esperti, che è avvenuto, su ordine della Prefettura, nella tarda mattinata di oggi.
A metterci mano sono stati gli uomini del 10° Reggimento Genio Gustatori di Cremona, col compito di attuare le operazioni di rimozione e brillamento dell’ordigno.

Operazioni per le quali il sindaco di Calvagese ha dovuto emanare un'ordinanza di sgombero per le 25 famiglie residenti nella “zona rossa”, quasi tutta la frazione di Mocasina.

L’ordigno, dopo essere stato classificato come "granata d’artiglieria da 149 mm ad alto potenziale esplosivo", è stato trasportato dai militari nella Cava Moreni e fatto brillare.

All’intervento erano presenti, oltre a personale del genio guastatori, due pattuglie della Polizia Locale Calvagese della Riviera – Muscoline, due pattuglie della Stazione Carabinieri di Bedizzole, un'ambulanza della Croce Rossa Italiana Militare giunta appositamente da Milano per ogni evenienza.

Sarà ora la Procura della Repubblica di Brescia
, alla quale sono stati trasmessi tutti gli atti, a valutazione le eventuali responsabilità penali, mentre tutte le spese rimarranno, come sempre accade in questi casi, a carico dello Stato.

A detta degli esperti, gli ordini bellici inesplosi, nati per esplodere e non esplosi per difetti di fabbricazione, sono ancora più pericolosi degli altri. E' d'obbligo quindi lasciarli dove sono, magari avvisare le autorità del loro ritrovamento.

Questo anche alla luce della recente disgrazia accaduta in Val Camonica, ma anche a quella più vicina a noi accaduta l’anno scorso a Villanuova sul Clisi, quando nel tentativo di disinnescare un ordigno molto più piccolo di questo, un uomo ha perso un piede.

         
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