Tordi e merli, ma con metodi illegali
di Salvo Mabini

Prosegue intensa l’attività dei carabinieri forestali di Gavardo che insieme ai colleghi bresciani intervengono sui reati venatori anche al di fuori dal territorio di competenza diretta



A Nuvolera i carabinieri forestali di Gavardo hanno sorpreso un cacciatore al capanno in possesso di un merlo con anello contraffatto, mentre in quel di Carpenedolo hanno individuato e poi denunciato un uomo residente a Prevalle che aveva posizionato abusivamente una rete per la cattura dei tordi.

Nel primo caso, quello di Nuvolera,
invece che un anello identificativo, alla zampetta del merlo c’era una comunissima fascetta d’alluminio che solo ad una visione superficiale e a distanza poteva apparire regolamentare.

A Carpenedolo invece, ad essere sorpreso dagli uomini di Gavardo e di Brescia, al comando del tenente colonello Giuseppe Tedeschi, è stato un bracconiere che i tordi intendeva catturarli vivi per poi evidentemente rivenderli a compiacenti cacciatori disposti poi ad “arrangiarsi” con fascette e controlli (magari come quello di Nuvolera), visto che lui non è nemmeno in possesso di licenza venatoria.

L’uomo, un cinquantenne originario di una città della Pianura, che però vive a Prevalle, era entrato in un campo, aveva tagliato in gran quantità di rami di platano e li aveva disposti uno accanto all’altro per simulare la presenza di una siepe, contro la quale aveva fissato una ben tesa una rete.
Poi aveva acceso “a manetta” un fonofil.

Era ancora buio e già nelle reti si erano impigliati cinque o sei tordi, un’altra mezz’ora ed avrebbe fatto una cattura ben più consistente.
L’hanno invece bloccato i forestali, che in assenza di un permesso di caccia l’hanno deferito all’Autorità Giudiziaria per Furto Venatorio.

In foto: il merlo con la fascetta contraffatta; la rete disposta lungo la "siepe" di platano per catturare tordi.

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