Odori Valsir, l'azienda: «E' tutto in regola»
di Ubaldo Vallini

Raccolta di firme a Carpeneda di Vobarno, per chiedere rassicurazioni sulle lavorazioni Valsir a ridosso delle abitazioni



«Si, è vero in due o tre occasioni c’è stata dispersione di odori, ma non succederà più».
E’ l’unica concessione del patron Andrea Niboli all’elenco delle richieste avanzate da un “coordinamento”, che qualche mese fa ha raccolto 170 firme.

Obiettivo: chiedere chiarezza su cosa stia accadendo all’interno dell’area produttiva acquista da Valsir a ridosso delle abitazioni di Carpeneda di Vobarno, ora che all’impianto di triturazione attivo da qualche anno se n’è aggiunto un altro ricavato nell’area ex-Trailer.

Da noi interpellato, Niboli ci ha invitati a visitare il sito: «Non ho nulla da nascondere ed abbiamo tutti i permessi per fare ciò che stiamo facendo – ha precisato - e quello non era odore di plastica. Si trattava di materiale organico, verdure soprattutto, arrivato dentro ai rottami di plastica. Non ce ne siamo accorti subito ed il calore dell’estate ha fatto il resto. Ho dato precise disposizioni perché non accada mai più».

Nella parte “vecchia” i rottami di plastica vengono triturati e selezionati, in quella “nuova” un modernissimo impianto robotizzato utilizza la plastica meno appetibile dal punto di vista estetico per realizzare moderni pallet (bancali) che promettono di durare 5/6 volte più di quelli di legno e sono a loro volta completamente riciclabili (ne parleremo più diffusamente in un altro articolo).

«Abbiamo montato impianti di depurazione sovradimensionati, non voglio problemi coi cittadini di Carpeneda, molti dei quali per altro sono nostri collaboratori».

Dal Coordinamento insistono: «Non ci sentiamo tutelati e temiamo per la nostra salute – afferma per loro Edo Bettinelli -. A giugno l’Amministrazione comunale aveva bocciato la proposta della minoranza di istituire una commissione specifica, perché già c’era quella Ambiente, della quale avremmo potuto far parte anche noi, che però non è mai stata convocata».

Fra le richieste la posa di centraline di rilevazione di fattori inquinanti, una VIA anche se teoricamente non sarebbe necessaria e la realizzazione di un polmone verde che separi le aree produttive dalle abitazioni.

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