Normali che si sentono fortunati
di Luciano Pace

Solo grazie all'incontro con la diversità è possibile crescere in consapevolezza. Lo sanno bene i ragazzi dell'Itis Perlasca di Vobarno, per come hanno trascorso la loro giornata di autogestione programmata



“L’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”.
Con queste parole di una nota canzone di Lucio Dalla si comprende il senso di ciò che è accaduto durante l’assemblea d’istituto svoltasi oggi all’ITIS Perlasca di Vobarno.

Le ha ricordate a tutti gli studenti della scuola il sig. Arturo, ex alcolista, mentre a turno per tutta la mattinata si sono ritrovati ad ascoltarlo nell’aula magna dell’Istituto.

Insieme a lui ogni classe della scuola ha potuto seguire la testimonianza di alcuni membri dell’associazione “Active Sport”: persone in carrozzina da molti anni che hanno comunicato una grande voglia di vivere, raccontando le loro vicende.

Un elemento accumunava alcuni fra gli ospiti: l’essere finiti in carrozzina per colpa di altri, a causa dell’abuso di alcol, di sostanze stupefacenti o al mal utilizzo di cellulari.
Tuttavia, gli ospiti dell’assemblea non si sono presentati agli studenti come vittime, ma da uomini che “si sentono fortunati”.

Esattamente, “fortunati”! Come il sig. Sergio, in carrozzina a causa di una persona che l’ha investito mentre guardava il cellulare al volante, ma verso la quale non serba rancore perché – afferma - “Non ha senso arrabbiarsi con lui”.

Oppure, “baciati dalla sorte”, come Luca Flocchini, tetraplegico dall’età di ventiquattro anni e ritrovatosi paralizzato per colpa di un austista di bus stanco ed ubriaco, che osa affermare, con la sua consueta calma: “Non lo incolpo. Queste cose possono capitare”.

Che dire poi del “privilegiato” sig. Ivano, quattro volte campione italiano di tennis su carrozzina, il cui miglior amico di oggi rimane colui che lo condannò alla carrozzina più di trent’anni fa.

A questo punto, chissà se saranno apparsi “fortunati” agli studenti anche il sig. Beppe e il sig. Alberto?
Il primo, costretto in sedia a rotelle perché amava volare con il paracadute (e che ha ancora voglia di volare); l’altro in carrozzina senza essere paralizzato, in quanto ha due protesi alle gambe a causa di un incidente in motocicletta avvenuto all’età di sedici anni.

Di là da ciò che abbiano potuto immaginare sulle loro storie, chi ha permesso agli studenti di ascoltare queste persone “normali” che si sentono “fortunate” sono stati i rappresentanti d’Istituto e delle classi i quali, con il supporto attento dei docenti, si sono impegnati per garantire un ordinato svolgimento dell’assemblea.
Molte altre, infatti, sono state le iniziative proposte in mattinata: tornei in palestra, attività di laboratorio creativo, approfondimenti su film, ecc.

E’ probabile che tutta questa quotidiana normalità scolastica
(che in realtà appare davvero straordinaria) non sia destinata alla fama mediatica riservata nei giorni scorsi ad altri Licei italici.

Di sicuro un’assemblea scolastica così vissuta non genererà la curiosità che viene riservata alle scuole in cui si spaccia droga, si abusa di alcol e si usano i telefonini per fare filmini pornografici.

Ma non fa nulla!

Ciò che gli studenti si portano a casa dall’assemblea è, nelle parole di alcuni di loro, “una buona energia vitale” di cui non si scorderanno facilmente, quand’anche molti non ne venissero mai a conoscenza tramite i giornali.

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