Nuove strategie per il teleriscaldamento valsabbino
di val.

Il vapore ad alta pressione dei nuovi impianti di Raffmetal verrà prima utilizzato per le "salamoie" poi per la rete del teleriscaldamento a Casto e Vestone. Così l'acqua sarà più calda



«Non possiamo più permetterci di buttar via nulla».
Con questa idea, abbinata a quella galileiana che recita «Dietro ad ogni problema c’è un’opportunità», Raffmetal e la Valle Sabbia stanno pianificando una rete di teleriscaldamento che in un prossimo futuro potrebbe servire le abitazioni di Casto e di Vestone, ma anche la possibilità di trasformare in “termali” i laghetti alimentati dal “Pisot” al Parco delle Fucine, già meta di migliaia di turisti soprattutto d’estate.

L’idea è stata resa pubblica alla fine di novembre del 2016
in occasione della visita valsabbina del ministro Elena Boschi e da allora di strada per la verità non è stata fatta molta.
A rallentarla alcune scelte tecniche che poi si erano rivelate in parte inadeguate, che però nei prossimi mesi potrebbero essere superate.

In Raffmetal, azienda del gruppo Silmar che a Casto produce pani in alluminio da recupero rottame, infatti, da circa tre mesi è entrato in funzione un nuovo impianto in grado di produrre 14/15 tonnellate l’ora di vapore acqueo a 130 gradi, invece dei 100° di quello vecchio.

La novità porterà entro quest’anno ad ammodernare quello che nel ciclo produttivo viene definito “impianto del sale”, ubicato nello stabilimento Ferriera 5.
Dopo aver evaporato le salamoie, il vapore si trasformerà in acqua calda a 54 gradi, idonea quindi a scorrere dentro gli impianti di riscaldamento.

Una prima ipotesi, elaborata con l’acqua di risulta a meno di 50 gradi quando il vapore partiva a 100 gradi, si era rivelata inadeguata al riscaldamento di appartamenti che non fossero ben isolati dal punto di vista termico.
Ad ogni modo, almeno a Vestone, l’amministrazione è pronta a valutare l’idea di posizionare sul territorio una centrale a biomassa capace di innalzare di qualche grado l’acqua che scorre negli impianti.

E i laghetti del Parco? Per renderli appetibili anche nella stagione invernale, sarebbe sufficiente l’acqua a 42 gradi prelevata dalle torri di raffreddamento della colata continua nello stabilimento Raffmetal di Malpaga.

L’idea adesso è di bruciare le tappe
più alla svelta e già nei prossimi giorni è prevista una riunione del gruppo di lavoro che si sta occupando del teleriscaldamento valsabbino, del quale fanno parte i vertici dell’azienda, alcuni tecnici, i rappresentanti delle Amministrazioni comunali coinvolte e la Comunità montana.

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