Benedizione per Sant'Antonio
di Cesare Fumana

Tanti cavalli, cani e gatti e persino una mucca con il suo vitellino ieri mattina in piazza de Medici a Gavardo per la ripristinata ricorrenza del santo protettore degli animali


La festa di Sant’Antonio abate, patrono degli animali, è stata celebrata questa domenica anche a Gavardo. Ad organizzare l’evento, in accordo con il parroco don Italo Gorni, è stata la locale sezione Coldiretti.

«Era da tanti anni – riferisce il presidente della Coldiretti gavardese, Renato Massolini – che questa ricorrenza, a cui il mondo agricolo è da sempre molto legato, non veniva più celebrata qui da noi. Quest’anno abbiamo deciso di riprenderla, invitando gli allevatori ad essere presenti e in particolare ai numerosi proprietari di maneggi e cavalli a portare i loro animali. L’invito è poi stato esteso all’intera popolazione invitandola a portare i propri animali domestici per la benedizione».

Con una breve sfilata per le vie di Gavardo, il corteo di cavalli, cavalieri e due calessi è giunto fino in piazza De Medici, davanti alla chiesa parrocchiale, dove al termine della Messa domenicale il parroco ha impartito la benedizione sugli animali e su tutti i presenti.

In piazza è stata portata anche una mucca con il suo vitellino, ed erano numerosi i cani al guinzaglio de loro padroni e pure alcuni gatti nelle loro gabbiette da trasporto. Una quarantina i cavalli di varie razze, animali di innata eleganza, che hanno attirato, in particolare, l’attenzione dei bambini.

La festa di Sant’Antonio è una tradizione del mondo rurale, ma anche una dimostrazione di fede di quanti vivono del loro lavoro legato al tempo e alle stagioni, confidando nella bontà divina perché li assista nella coltivazione dei campi e protegga gli animali da eventuali malattie.

Un tempo, quando l’allevamento del bestiame era una delle principali forme di sussistenza per la maggior parte delle famiglie, in questa ricorrenza veniva benedetto il sale che poi veniva consumato dal bestiame perché diventasse (questo almeno l’augurio) forma di prevenzione contro le malattie che rischiavano di mettere in croce il patrimonio zootecnico.

Ad allietare l'evento
lo stand degli Alpini che offrivano tè e vin brulé.

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