Il fascino della ritualità
di Cesare Fumana

Due comunità in festa per il carnevale in questi due giorni a Bagolino e Ponte Caffaro con l’arrivo sulla scena delle eleganti maschere dei Balarì


Il carnevale di Bagolino non è una semplice festa in maschera: è un mondo a sé. Basta sentire parlare i bagossi del loro carnevale per rendersene conto. Io l’ho già definito anni fa un sentimento.

Un sentimento che sentono in modo particolare gli abitanti di Bagolino e Ponte Caffaro che ai due giorni finali del carnevale dedicano impegno e passione, perché l’evento sia vissuto al meglio, seguendo quelle ritualità che da centinaia d’anno accompagna la manifestazione.

Un sentimento che si percepisce anche partecipando da esterni, ammirando i ballerini ballare con i loro eleganti costumi, dando vita a figure diverse a seconda delle musiche suonate dai suonatori. Un’eleganza che è connotata abitualmente anche negli abitanti di questa “città della montagna”, uomini e donne.

Il carnevale di Bagolino si svolge ogni anno con una ritualità che viene scandita nel tempo, a cominciare con l’uscita dei mascher il lunedì e il giovedì a partire da dopo l’Epifania, con i gruppi di suonatori che si ritrovano negli stessi giorni nei diversi locali del paese.

Ma sono i due giorni finali, il lunedì e martedì ultimi di Carnevale, quando entrano in scena i balarì, che si manifesta con tutto il suo splendore.
Anche in questi giorni si segue un rituale scandito nel tempo, dalla Messa all’alba per i balarì nella splendida parrocchiale di San Giorgio, al primo ballo come omaggio al parroco, il quale a sua volta ringrazia offrendo la colazione con brodo di gallo e molto altro.

E poi inizia il giro del paese, lunedì a Cavrìl, martedì a Osnà, per omaggiare con i balli le famiglie, le mogli, le fidanzate che hanno aiutato a preparare il costume e hanno offerto i gioielli che adornano il tipico cappello rosso addobbato da fiocchi colorati.

Una manifestazione seria, ma non seriosa: è carnevale, e quindi non possono mancare gli scherzi, la “palpata”, e i dolci tipici della festa, frittelle e lattughe, del buon vino, che vengono offerti a ballerini e suonatori in diverse soste durante la lunga giornata.

E tutto questo aiuta a mantenere la comunità più unita: una ricchezza di questi tempi.
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