«Giornate FAI di Primavera»
di red.

Domenica 6 aprile sar una giornata speciale per la Valle Sabbia, perch i suoi tesori artistici e il suo paesaggio saranno tra i protagonisti delle “Giornate FAI di Primavera”.

Domenica 6 aprile sarà una giornata speciale in Italia, perché si potranno visitare luoghi e paesaggi unici al mondo. Tornano infatti anche quast’anno le “Giornate FAI di Primavera”, diventate ormai un appuntamento fisso, un’occasione di incontro per tutti coloro che amano l’arte, la cultura, il paesaggio dell’immenso patrimonio italiano. E sarà una giornata speciale anche per la Valle Sabbia perchè, per la XVI edizione della coinvolgente iniziativa, la delegazione di Brescia ha voluto valorizzare proprio la vostra valle inserendola tra i due temi conduttori del 2008, per le visite guidate gratuite a ben 16 siti aperti: “I Luoghi della Musica bresciana” e “I tesori dell’Alta Valle Sabbia”.

Per conoscere “I tesori dell’Alta Valle Sabbia” il FAI propone escursioni guidate a piedi di due o quattro ore (sul lungolago di Idro- che tante segnalazioni ha ricevuto come “Luogo del cuore”-, nella Rocca d’Anfo –da poco restituita alle visite-, al borgo di Bagolino).

Gli itinerari Valsabbini proposti dal FAI per l'edizione 2008 delle "Giornate di Primavera" sono i seguenti:

1) Idro: il lago e la pieve di Santa Maria ad Undas

Il lago: panorama dal terrazzo dell’Istituto “Perlasca”, via Treviso Bresciano.
Passeggiata sul lungolago.
Orario: domenica ore 10.00-12.30; 14.30-17.30
Ciceroni: gli studenti dell’Istituto Perlasca

Scheda dell’itinerario:
Il Lago di Idro, è stato uno dei “Luoghi del cuore” più segnalati nell’ultima campagna promossa dal FAI, a salvaguardia delle bellezze del paesaggio italiano dimenticate o in pericolo.
Il lago, di origine glaciale, contornato da una corona frastagliata di bellissime montagne, rappresenta una delle aree più suggestive della valle Sabbia ed è meta di un importante turismo estivo, bresciano e straniero, soprattutto olandese e tedesco. Sul sulla riva sud-orientale del lago di Idro si trova l’omonimo paese, antico borgo che vanta un passato di tutto riguardo: abitato fin dalla preistoria conserva tracce delle antiche popolazioni retiche e della successiva conquista romana; alla fine degli anni ’70 del secolo scorso sono stati individuati i resti di un villaggio retico romano in località Castello Antico, un’altura fortificata in tempi remoti. I reperti archeologici più interessanti rinvenuti sul territorio sono oggi conservati nel museo archeologico valsabbino di Gavardo.
Idro è costituito dalle frazioni di Tre Capitelli, Pieve Vecchia, Lemprato, Crone e Vesta, caratterizzati da tipologie architettoniche diverse fra loro. A Crone le case si stringono una all’altra formando un borgo che ancora oggi ha le caratteristiche del borgo rurale antico. Lemprato si sviluppa in alto, con vaste dimore che sanno di nobiltà e di storia. (Recentemente le spiagge di questi borghi sono state collegate mediante una passerella di legno in alcuni tratti costruita a palafitta ed alternata a parti sovrastanti il lago). Ogni epoca storica ha lasciato segni del suo passato che si possono ammirare sia passeggiando nei suoi antichi borghi sia visitando le sue quattro chiese: Santa Maria ad Undas, San Sebastiano, San Michele e San Rocco. La più antica è quella di Santa Maria ad Undas, così chiamata poiché anticamente sorgeva sulle rive del lago, sull’antica strada per il trentino e per i territori tedeschi.
La Chiesa, carica di storia e di significato religioso, emblema di gran parte della storia dell’Alta Valle Sabbia, oggi si presenta nelle forme assunte nel XV secolo, quando venne ricostruita nel corpo della navata, conservando l’antica abside circolare; il campanile, innalzato su un basamento del XIII secolo, svetta alto sopra la costruzione.
Per chi ha interesse ad un ambiente ancora suggestivo ed a testimonianze storiche da scoprire il Lago di Idro e il suo paesaggio riservano emozioni e sorprese.

2) Anfo: la Rocca

Strada Provinciale 235 del Caffaro
Due percorsi a scelta: della durata di due ore (partenza ad ogni ora dalle 10.00 alle 15,00) o di quattro ore (partenza ore 9, 10, 13, 14) guidati dal Gruppo Sentieri Attrezzati di Idro. Scarpe da ginnastica e abbigliamento comodo; per la visita lunga di 4 ore: attrezzarsi con torce elettriche, necessarie per il percorso nei sotterranei.

Scheda dell’itinerario:
Anfo è sovrastato dalla presenza della Rocca, suggestiva ed imponente sia per la bellezza del luogo sia per l’importanza storica che ricopre: un complesso di costruzioni militari disloccati in una fascia di terreno compresa tra il lago e il versante orientale del Monte Censo.
Edificata in epoca viscontea, secondo alcuni su una preesistente fortezza longobarda, la Rocca fu ricostruita nel 1450-90 per la Serenissima dal conte Gianfranco Martinengo. Nel 1515 fu danneggiata dal passaggio dei lanzichenecchi, ma subito rimessa in sesto, e nel 1521 dalle truppe imperiali del Frundsberg. Nel 1796 Napoleone ne ordinò la parziale demolizione lasciando solo il caseggiato inferiore, adibito in seguito a caserma. Nel 1813 la Rocca era già nuovamente ricostruita, con una trincea verso Anfo e con una serie di batterie e casematte sovrapposte verso Trento.
Nella roccia sono scavati gallerie e pozzi che si spingono in profondità all’interno del Monte Censo. Assediata nel 1848 e nel 1849, fu difesa da Giuseppe Garibaldi.
La zona appare oggi nettamente divisa dalla strada statale in una parte superiore, “Rocca Alta”, con sottopassaggi, depositi di munizioni, punti di osservazione; ed una inferiore, “Rocca Bassa”, con alloggi per militari, stalle, muli. In tempi recenti l’amministrazione comunale è riuscita ad ottenere dal Demanio il permesso di curare la pulizia del complesso che nel corso dei decenni è stato assediato dai rovi; da poco è stato possibile ripristinare la strada carrabile che permette di raggiungere la base della parte più alta della fortezza.

Per l’occasione il Gruppo Sentieri Attrezzati accompagnerà i visitatori che possono scegliere fra due percorsi guidati; il primo della durata di due ore (partenza ad ogni ora dalle 9.30, 10.00 e poi ad ogni ora fino alle 15,00) il secondo di quattro ore (partenza ore 9, 10, 13, 14). Scarpe da ginnastica e abbigliamento comodo; per la visita di 4 ore: attrezzarsi di torce elettriche necessarie per il percorso nei sotterranei.

All’interno della Rocca, al coperto, saranno proiettate delle immagini del luogo commentate da Romeo Seccamani e Giancarlo Marchesi.

3) Bagolino: il borgo, “città fra le montagne”

Piazza Marconi
Percorso di due ore, con partenze alle ore 10.00, 11.00, 14.30, 15.30.

Scheda dell’itinerario:
La caratteristica peculiare della località è la disposizione, tipicamente medioevale, delle case di notevole altezza, addossate una all'altra con elementi architettonici e decorativi di non poca importanza: portici, sottopassaggi, piccole terrazze, ballatoi, inferriate in ferro battuto, solai in legno e la copertura con tegole in cotto o raramente con ardesia "scàe". Le vie "piastroi" che percorrono il borgo sono strette, selciate con acciottolato e porfido, interrotte, spesso, da numerose scalinate che conducono alla parte alta del paese, sovrastato dalla monumentale cattedrale. Non mancano i portici, con archi caratteristici, che fanno del paese un'attrattiva tutta particolare, quasi magica. Bagolino possiede una notevole quantità di affreschi su case e cascine, eseguiti come valore protettivo contro le calamità e le malattie, o su santelle edificate ai crocicchi di strade o sentirei. Più era importante l'incrocio e più ricca era la struttura della santella.
Bagolino oggi si presenta come un centro isolato, da raggiungere di proposito, lontano dalle strade di comunicazione più importanti: eppure la sua origine è dovuta proprio alla viabilità. Per tutta l'epoca romana e dell'alto medio Evo per andare da Brescia a Trento i viandanti dovevano passare in questa località; Augusto nel XI d.C. fece costruire la strada del Gaver: al bivio che si era formato per esigenze di traffico, sorsero alcune case, in piccolissimo villaggio (pagulinus). Intorno al mille alcuni abitanti di Condino si portarono a Bagolino e fondarono una "vicinia" libera con proprie leggi. Per mantenere la propria autonomia i bagossi con astuzia si legarono politicamente alla Repubblica di Venezia, che governava a Brescia, ma ecclesiasticamente restarono vincolati al principe-vescovo di Trento. Li aiutò molto in questo la posizione geografica.
Forse per la possibilità di lavoro e per la libertà Bagolino fu, dopo Brescia e Chiari, il paese più popolato del bresciano e potè godere di privilegi e di un non indifferente prestigio. Testimonianza di tanto glorioso passato restano le numerose opere d'arte presenti nelle chiese (gli edifici pubblici per eccellenza per una comunità libera e indipendente). Spicca per maestosità la parrocchiale di S. Giorgio (terza per grandezza nel territorio bresciano), scrigno di parecchie opere d'arte di insigni maestri: Tiziano, Tintoretto, Palma il Giovane, Torbido, Sandrini, Lucchese, ecc. Accanto alla parrocchiale, purtroppo in una recente veste architettonica (1926), c'è la chiesa di S.Lorenzo antica cappella cimiteriale; il primo edificio religioso di Bagolino. Integra ed interessante è la chiesa di s. Rocco per il ciclo di affreschi di Giovanni Pietro da Cemmo (eseguiti tra il 1483/86) esempio di pittura Lombarda che passa dal gotico internazionale al rinascimento. Attira l'attenzione la chiesetta dei Santi Gervasio e Protasio, edificio della metà del XVI sec., che dall'alto delle montagne fa da sentinella all'abitato.
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