Stefano Franceschini, per «Civica Popolare»
di red.

Sono quattro i candidati valsabbini che corrono per il Pirellone. Abbiamo chiesto loro di presentarsi. L'ordine alfabetico ci fa cominciare con Stefano Franceschini: è di Gavardo, ha 28 anni ed è un dottore commercialista




Ho deciso di dare la disponibilità per questa “avventura” elettorale impegnandomi personalmente nella neocostituita lista “Civica Popolare”.

Perché proprio “Civica Popolare”?
Dopo aver sentito fantasiose e mirabolanti promesse a destra ed a sinistra, aver letto discorsi intrisi di populismo e razzismo, essere passati da “prima il nord” a “la razza bianca è a rischio. Dobbiamo ribellarci”, da sempre non rispecchiandomi in alcun modo né in questa visione, né in questi toni, e, sentendomi “orfano” di un “luogo” moderato, di dialogo, fondato sul rispetto della Persona e delle Istituzioni, ho capito che era giunto il momento di schierarsi.

Il quadro politico che si è delineato nel nostro Paese, e di riflesso nella nostra Regione,  motore economico italiano, è alquanto preoccupante: la rottura dell’argine della responsabilità democratica ha fatto crescere i populismi di destra (razzismo, muri, dileggio dell’avversario) e di sinistra (neostatalismo).

L’unica forza politica, che racchiude in sé i valori alternativi al populismo, che mette al centro l’uomo, i valori della persona, della famiglia, del lavoro, dell’impresa, della solidarietà sociale e della lotta alla povertà è Civica Popolare.

Il programma ha un assunto di base fondamentale
: non promettere nulla che non si è in grado di mantenere.
Eticamente non vogliamo e non possiamo fare promesse fuori dalla portata.
Ricordiamo la “gioiosa macchina da guerra”, il noto “contratto con gli italiani” (nuovamente riproposto), il disastro de “l’Unione” e molti altri. Non vogliamo replicarli, non possiamo più permetterci di replicarli.

Pochi ma concreti argomenti caratterizzano il programma nazionale: lavoro (incentivi e defiscalizzazioni, lotta al precariato, riduzione del cuneo fiscale), sanità (sostegno alle classi sociali meno abbienti, sanità pubblica, programmi di prevenzione), aiuti concreti alle famiglie (integrare ed aumentare i già esistenti bonus, revisione del sistema delle detrazioni e dei carichi famigliari), immigrazione (un sistema regolare di flussi in ingresso con sostegno corridoi umanitari e la successiva redistribuzione nei Paesi dell’Unione), sud e aree economicamente depresse (attraverso dedicati piani nei settori industriale e turistico) sono solo un estratto dei nostri impegni.

Per quanto concerne Regione Lombardia l’obiettivo è quello di un concreto e sostanziale cambio di passo.
E’ ora di smetterla di finanziare la sanità privata attraverso quella pubblica, è giunto il momento di occuparsi seriamente delle tematiche ambientali, le quali stanno cagionando innumerevoli danni in termini di salute ed economici, è tempo di “mettere mano” alla questione lavoro ampliando “Garanzia giovani”, è necessario sostenere l’industria 4.0 attraverso adeguate politiche economiche.

Infine per concludere i punti salienti che gradirei “portare avanti”, quello che mi è molto a cuore è quello relativo alla scuola.
Parto da una considerazione: la cultura rende le persone libere ed un naturale “vaccino” alle derive populiste, razziste e totalitarie.
Credere nella scuola significa investire sulla “grande egualizzatrice” che promuove la mobilità sociale arginando la dispersione scolastica.

Serve una seria e profonda innovazione didattica, la formazione dei docenti, il sostegno alla Formazione Professionale e l’ampliamento degli ITS.
L’alternanza scuola-lavoro deve essere profondamente rivista affinché non sia “confusa” come lavoro non retribuito ma momento formativo, con rigorosi e severi controlli.
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La politica è sempre stata la mia passione.
Colgo l’occasione, in questa sede, di ringraziare della fiducia che il gruppo di Civica Popolare – Brescia mi ha accordato nonché  per avermi dato questa opportunità.

Mi piacerebbe vedere, dal 5 marzo, una Regione che ha avuto il coraggio di cambiare e di proiettarsi in Europa.
Una Regione aperta al dialogo e che sappia sfruttare al meglio le proprie potenzialità di sviluppo.
Una Regione che cerca di non dimenticare nessuno.
Una Regione che non illumini più il Pirellone con la scritta “family day” ma che garantisca pari diritti e doveri a tutti.
Una Regione finalmente 4.0.

Sappiamo che siamo giovani.
Le idee concrete non mancano.

Stefano Franceschini – Civica Popolare 

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E' consentito commentare le proposte elettorali, non dare giudizi sulle persone.
Ubaldo Vallini


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