Mirtillo va allo stage
di Mirtillo

Vi siete mai chiesti che cosa pensa un gatto dell’alternanza scuola-lavoro? E della tecnologia usata da noi umani? Finalmente abbiamo una testimonianza


Mi stavo aggirando in casa per trovare qualcosa da fare, oggi sono già andato alla mia residenza sull’albero nel ‘mio’ giardino, un umile ramo rigido, in questo periodo di Gennaio è spoglio e purtroppo fa troppo freddo per restare fuori a lungo.
Poi mi sono ricordato che la Padrona resta quasi tutto il giorno in una stanza al piano di sotto con altri umani, stanno tutti seduti a guardare una specie di scatola luminosa e spesso trangugiano un liquido caldo e scuro dall’odore strano.

Non capisco perché facciano queste cose; a parer mio dovrebbero prendere la vita in modo più spensierato come me, rilassarsi un po’ e pensare solo alle carezze.
Davanti a quelle scatole non mi sembra che si rilassino! Anzi, hanno gli occhi strabuzzati e lo sguardo fisso sulla luce, sembrano ipnotizzati.

A volte mi spaventano davvero gli umani. I loro modi di fare sono strambi, sembra quasi che la scatola gli dica di fare così, come se fossero comandati.
Ma perché non si ribellano? Forse non sono ancora sviluppati e in grado di pensare come me, fanno quello che gli dice il loro padrone, la scatola, perché non sanno cos’altro fare se non servire qualcuno, un po’ come i cani.

Dopo aver attraversato il giardino sono sceso dalle scale di pietra e mi sono avvicinato alla stanza di sotto dall’esterno, ad un certo punto mentre stavo entrando, ho sbattuto contro qualcosa ma lì davanti non c’era niente.
Com’è possibile?! Con le zampe ho cercato di capire cosa avessi davanti e ho toccato qualcosa di invisibile, non era la prima volta che accadeva, ero già preparato allo scudo magico che gli umani mettono per proteggersi.

Ma io so come attraversarlo, ho studiato un metodo infallibile, se mi appoggio al vetro e pronuncio la formula magica gli umani verranno ad aprirmi. È tutta una questione di intonazione del miagolio, modestamente non tutti riescono a farlo, ad esempio quel cane insopportabile della Padrona non lo fanno entrare.
Non ha ancora capito che deve imparare a miagolare se vuole entrare ma tanto non lo capirà mai.

Ho pronunciato la formula e subito un’umana è venuta ad aprirmi, sembravano tutti così felici di vedermi, ho notato che c’erano anche altre due umane più piccole, ma perché fissavano la scatola luminosa anche loro?
Ciò che so con certezza degli umani è che quando sono cuccioli vanno in un posto con tantissimi altri umani della loro età, smettono di andarci solo quando i maschi hanno la barba e le femmine si colorano la faccia.

Perché queste due umane fissavano la scatola e non andavano via con gli umani della loro età? Non si può, c’è qualcosa che è andato storto, non capisco. Che questo sia sfruttamento di piccoli umani? Devo fare qualcosa.

Mi sono avvicinato a loro per capire qualcosa di più, nel vedermi hanno cominciato a parlare strano, la voce era più acuta e cercavano di prendermi, come di solito fanno i piccoli umani.
Sono riuscito a scappare e andare nell’altra stanza per farmi fare le coccole dagli altri umani. Ah, come erano bravi a fare i massaggi!

Ma purtroppo la pacchia è durata poco. Subito dopo mi sono ritrovato sul pavimento a rotolare e miagolare per cercare di attirare l’attenzione di qualcuno: com’è possibile che avessero smesso di guardarmi? Un povero gatto ora non può più avere delle coccole?

Che egoisti! Stavo per essere cacciato quando due angeli mi hanno preso e portato alla scrivania delle piccole umane, finalmente qualcuno a cui importa di me, le due umane hanno cominciato a massaggiarmi divinamente: ah non volevo più andarmene! Passavo dalle gambe di una e andavo dall’altra in continuazione, non riuscivo a decidermi, entrambe mi coccolavano senza smettere: ho forse scoperto il paradiso dei gatti?

Sono tornato i giorni successivi per farmi venerare come un re, però ogni tanto le cucciole di uomo smettevano di accarezzarmi e tornavano a guardare la scatola e schiacciare dei tasti sul tavolo.
Li schiacciavano così velocemente da non farmi capire più nulla, ma ero curioso di sentire che effetto facessero sotto le zampe quei piccoli tasti.

Così mentre le umane parlavano
, sono salito sul tavolo e con le zampe ne ho schiacciati un po’, perché non l’ho mai fatto prima? Era così bello sentire i pulsanti sotto le zampe, sotto la mia pressione si abbassavano e se alzavo la zampa tornavano come prima, sarei rimasto lì volentieri a schiacciarli tutti ma le umane si sono accorte, mi hanno preso di peso e mi hanno spostato sulla sedia di tela, sopra c’erano degli oggetti morbidi lasciati lì da una di loro.

Sembravano quasi impazzite
come se avessi fatto chissà cosa, ho solo schiacciato dei tasti, non penso sia un crimine!
Dopo avermi spaventato per niente, hanno cominciato a ridere, non so bene perché. Comunque, quando c’ero io nella stanza, sembravano tutti contenti: qualsiasi cosa facessi , gli umani sorridevano.
Va bene che sono bello ma così mi sembra un po’ esagerato, gli umani non stanno bene, proprio non ci stanno con la testa. 

Comunque ci sono delle volte in cui le piccole umane non vogliono proprio lasciarmi andare, come se io fossi necessario, probabilmente lo sono, ma troppe carezze potrebbero consumarmi, già perdo un sacco di peli, se continuano così di me rimarrà solo un piccolo cumulo di peli grigi.

Le cucciole d’uomo mi fanno pena,
così mi concedo sempre a loro.
Prima che io arrivi le vedo attraverso lo scudo invisibile e hanno lo sguardo quasi sofferente: allora, quando entro vado sempre da loro per fargli compagnia.
Se non possono coccolarmi a volte mi stravacco nella sedia di tela dietro di loro, è così morbida grazie anche ai teli che le umane indossano per uscire, mi sono fatto tante di quelle belle dormite su quei soffici tessuti mentre aspettavo che tornassero ad accarezzarmi. 

Mi sono persino addormentato sulle gambe
delle piccole umane mentre fissavano la scatola, per poco non cadevo per terra ma ho scoperto che conficcando le unghie nella pelle delle loro gambe, come se fossero dei rampini, non c’è nessun rischio di cadere.

Qualche volta gli altri umani non mi guardano per niente: sono troppo occupati a venire ammaliati dal fascio di luce della scatola.
A volte mi tocca riportarli alla realtà facendo rumore, spesso scelgo attentamente oggetti che cadendo facciano un bel fracasso, così li faccio cadere e tutti alzano lo sguardo quasi spaventati, dopo ridono tutti insieme. Si, ridono, perché forse si rendono conto di quanto siano ridicoli a dare ascolto ad una scatola luminosa al posto che coccolare me.

Le piccole umane sono rimaste qui solo per due settimane purtroppo, ma anche per fortuna, probabilmente sono scappate, hanno capito che è una follia fissare una luce emessa da una scatola.
Buon per loro, io invece dovrò restare qui a badare a questi altri umani, senza di me penso che sarebbero persi e non riuscirebbero più a sorridere se non stessi qui con loro.

Di Mirtillo (trad. a cura di Chiara D’Aniello 4AG, ITIS Vobarno)


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