Una previsione sbagliata
di Ezio Gamberini

Avevo otto anni quando il mio maestro mi disse, esasperato: “Tu da grande sarai un delinquente!”. Ed io gli risposi, altrettanto furibondo: “E lei sarà il primo che ammazzerò!”


Non sapevano più come tenermi, e, in effetti, le elementari le ho trascorse traslocando da una classe all’altra, con gli insegnanti che così si suddividevano equamente l’oneroso compito di educarmi.

Educarmi… chi mi ha realmente educato è stata l’aria aperta, la montagna, il fiume, i ruscelli, il bosco e i campi, gli animali che ho sempre amato, specialmente quei serpentelli che suscitavano un grande “entusiasmo”, soprattutto nelle bambine, quando li portavo a scuola. Che belli!

Alle medie la mia esuberanza non è diminuita, e ogni tanto mi spedivano dal preside, pensando di farmi paura. Un professore, che curiosamente dava del lei a tutti, all’ennesima mia marachella un giorno mi disse, infuriato:

“Prenda la porta e vada dal preside!”.

Alla fine della lezione, durante il cambio dell’ora, smontai la porta, un gioco da ragazzi, nove viti in tutto, e la portai al primo piano, nell’ufficio del preside, che mi guardò sbalordito:

“Ma che fai?”.
“Oh, me l’ha detto quello là: ‘Prenda la porta e vada dal preside!’”.
E allora mi mordevo le mani, fino a farmele sanguinare, tanto ero nervoso.
Due giorni di sospensione, ma c’ero abituato.

Non ho studiato molto, ho pensato subito a lavorare, perché ce n’era bisogno, estremo bisogno. Ho fatto di tutto: il muratore, l’imbianchino, l’idraulico, l’elettricista, e poi per tutta la vita ho lavorato, e lo sto ancora facendo, in acciaieria.

E’ dura restare senza papà quando sei ancora bambino, con tanti fratelli e sorelle, ma tanti eh, alcuni più grandi e altri più piccoli.

Ed è stato a questi ultimi, soprattutto, che ho pensato, prima che a me stesso.
Soltanto quando la più giovane si è sistemata, ho preso in mano la mia vita e ho ristrutturato la casa della mia famiglia, in cui avrei continuato a vivere, con le mie mani: opere in muratura, impianto elettrico e idraulico, e ogni tipo di finitura. In seguito ho avuto la fortuna di incontrare una donna meravigliosa, con la quale condivido tuttora il viaggio, e sono papà di uno splendido figlio, pur senza averlo io generato, che ci ha portato in dono due gioielli di nipotini, per i quali impazzisco.

Fra un anno, quando sarò in pensione, potrò dedicarmi completamente a loro, e al mio cane, che adoro.
Sogno ogni tanto di poter volare ancora, come facevo quarant’anni fa:

“Lancio!
”: quasi subito si apriva il paracadute e a me pareva di sognare, soggiogato e intimidito dalla bellezza del gesto e delle prospettive, e in quegli istanti mi passava per la testa di tutto: ricordi, emozioni, sensazioni, gioie, dolori. Tutto c’è lassù, non si riesce a spiegare, si può soltanto provare!

C’è un mio caro amico, della mia stessa età e col quale ci vogliamo un bene dell’anima sin da bambini, forse perché entrambi siamo un po’ matti alla stessa maniera (quando ci incontriamo, ci s’illuminano gli occhi!), che ogni tanto scrive di me.

Dice che sono: ‘Il marito più affettuoso, pur in assenza di alcun “contratto” formale di matrimonio, il padre più premuroso, senza tuttavia aver mai generato, e nonno più amorevole’ che lui abbia mai conosciuto!

No, caro vecchio maestro, la tua previsione era sbagliata: nella mia vita non ho mai fatto del male a nessuno, non sono diventato un delinquente, da grande, ma, come dice il mio amico, sono stato e sono un affettuoso marito, un padre zelante e comprensivo, un amorevole nonno, oltre ad essere stato per tutta la vita un instancabile lavoratore.

E alla fine ti perdono, perché so che non avevi detto quella frase con cattiveria, ma solo esasperato dalla mia esuberanza; ti sono anzi grato, perché per farti vedere che avevi torto, la mia esistenza è trascorsa con la voglia di bene.

Perché la vita è bella, sempre, in ogni caso, e ciò che conta è il cuore e l’amore che si riesce a donare.


zRaccontiLunedi.jpg