Chiudo... non chiudo
E' primavera e la Sat targata Leali sfoglia la sua margherita. Nell'attesa che finiscano i petali, in Gaver esplode quella che è stata una palpabile tensione per tutta la stagione invernale con i Leali da una parte e gli operatori bagossi dall'altra.

La stazione sciistica di Gaver potrebbe non aprire i battenti la prossima stagione invernale. La notizia è ufficiosa e la Sat, società che gestisce gli impianti, non la conferma, ma neppure la smentisce e si limita a commentare: «Stiamo valutando tutte le possibilità».
Ma cosa è accaduto? Secondo voci di corridoio non si tratterebbe di questioni economiche, ma pare che gli amministratori della Sat non abbiano trovato le condizioni che cercavano per un armonioso sviluppo della stazione sciistica, che quest’anno con un nuovo snow park e la cura dei dettagli, sembrava incamminarsi verso un definitivo rilancio.
La Società, fondata nel 1967 da alcuni bagossi, con un capitale sociale di 10 milioni di lire, e successivamente passata in gestione alla famiglia Pasini, prima con il padre Alessio e poi il figlio Marco, è stata acquistata nel 2006 dalla «Giacomo Leali srl» che è subentrata assicurandosi il 100% delle quote societarie.

Dopo una prima stagione incerta con qualche problema di innevamento, finalmente con la stagione 2007- 2008 il Gaver sembrava essere rientrato nell’èlite delle stazioni sciistiche. A dire degli stessi amministratori, «quest’anno economicamente parlando, non c’è niente di cui lamentarsi».
Ma gli equilibri che consentono un sereno svolgimento dell’attività pare si siano spezzati. Ciaspolatori e scialpinisti che invadevano, noncuranti dei divieti, le piste da discesa rovinando la battitura; incomprensioni con il resto degli operatori turistici; regole non rispettate; queste sarebbero le ragioni che spingono la famiglia Leali a fare un passo indietro .
La voce della probabile chiusura della stazione sciistica circola incessante fra appassionati e operatori del settore da alcune settimane. E la preoccupazione è molta, la chiusura totale per una stagione potrebbe compromettere definitivamente il futuro di Gaver.
Il rischio non è indifferente, oltre a tre posti di lavoro fissi e a 15 stagionali verrebbe messo in discussione un indotto turistico importante che coinvolge tutta la Vallesabbia.

La voce della Comunità montana

«Anche in Comunità montana è arrivata la notizia della possibile chiusura di Gaver - dice l’assessore al turismo Michele Brugnoni - ma solo in via ufficiosa: non abbiamo avuto contatti diretti con la società». Mistero fitto.
Le tensioni che si sono venute a creare a Gaver erano note anche dagli amministratori, ma nessuno forse pensava che questo potesse essere l’epilogo.
«La Comunità montana - continua Brugnoni, assessore nell’ente presieduto da Ermano Pasini - è disponibile a incontrare gli amministratori della Sat per cercare insieme una soluzione, un’alternativa alla chiusura. Per noi la stazione sciistica di Gaver è sempre stata ragione di vanto, cercheremo di capire cosa sta succedendo».
L’inverno scorso la Comunità montana ha sostenuto corsi di sci per le scuole di tutta la Valle sulle piste da sci di Gaverland e finalmente si era realizzato il sogno, dopo che per anni gli studenti erano stati costretti a pellegrinaggi verso il Trentino.

La comunità montana spera dunque, anche e soprattutto per l’importante indotto turistico ora improvvisamente divenuto a rischio, che che gli strappi si possano ricucire, che la notizia della chiusura non trovi conferme.
Ma la preoccupazione è palpabile. A essere molto preoccupati sono anche i maestri della scuola di sci e tutti gli operatori turistici che in vario modo, partendo dalla bassa Vallesabbia gravitano intorno all’indotto di questa stagione sciistica.
«Siamo dispiaciuti che finora sia mancata collaborazione - conclude Brugnoni - ma confido che si possa ancora insieme trovare la soluzione».

Fonte: Mila Rovatti - Bresciaoggi
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