Limbo virtuale
di Adriana Galati

Un film dai mille messaggi profondi che sfortunatamente accomunano la nostra società, un opera cinematografica che è in grado di farci riflettere su tutto quello che al giorno d'oggi molte persone sono costrette a vivere


Sto parlando di DISCONNECT il cui contenuto merita di essere guardato solo da chi ha la forza e la volontà di cogliere quello che il regista vuole trasmetterci.

Oltre al tema del tentato suicidio di un ragazzino umiliato e deriso, c'è una realtà che accumuna ogni singolo personaggio, ovvero il senso di solitudine.
Una tematica che è strettamente attuale e riguarda la maggior parte degli adolescenti.

Ci si può sentire soli in famiglia, tra gli amici, in mezzo ad una folla di sconosciuti e la domanda che sorge spontanea è il perchè di questa sensazione che ti logora dentro facendoti sentire dannatamente inadatto in qualsiasi situazione e che ti potrebbe portare come nel caso di uno dei protagonisti a fare del male a qualcun'altro per sentirsi partecipe di un qualcosa che egli stesso sa di essere sbagliato.

Ma siamo noi a sentirci soli o sono gli altri a farci sentire tali?
Viviamo in una società dove avere l'ultimo modello di telefono sembra essere la gara più ambita da tutti gli ostentatori, come se possedere qualcosa di marca e con un prezzo sempre più elevato ti facesse sentire amato o apprezzato. il telefono sembra essere il nostro migliore amico, lo portiamo sempre con noi aspettando dei messaggi che sono in grado di farci sentire un po meno soli e quando non ne arrivano inizi a farti mille domande e paranoie, sul fatto che magari quello sbagliato sei tu.

Postiamo foto su internet per ostentare quanto sia fantastica la nostra vita e questa situazione ci sta letteralmente sfuggendo di mano.
Si posta quando si è a tavola per far visionare le pietanze che stiamo degustando, si posta quando siamo fuori con degli amici, alcuni postano persino quando vanno a fare la spesa convinti che dall'altra parte ci sia qualcuno a cui interessi veramente quanti etti di prociutto prenderà.

Diamo un importanza smisurata a dei like e qualcuno penserà: come un mi piace possa cambiargli realmente la vita, ma è palesemente la realtà di tutti gli adolescenti e gli adulti di oggi e andrà sempre a peggiorare.

Siamo costantemente connessi, abbiamo perso la capacità di goderci un momento senza il bisogno di condividerlo.
Ma se fossimo in grado di separarci da ogni apparecchio elettronico e una volta tanto uscissimo e parlassimo senza il nostro telefono fra le mani, questa sensazione di solitudine sparirebbe?

Le persone ritroverebbero i veri valori della vita? Saprebbero apprezzare un istante in più con i loro figli, genitori senza sprecare quel tempo online?
Si ritroverebbe la capacità di godersi le proprie emozioni e sentimenti? Non resta che avere il coraggio di disconneterci e iniziare a vivere la realtà.

Adriana Galati  4AG
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