Scuola insicura?
di val.

Tutti pronti a discutere nel merito del progetto di accorpamento di Elementari e Medie a Vobarno. Ma sulla sicurezza no e se quell'edificio è instabile, i ragazzini bisogna portarli via subito. Il sindaco: «Pronti a farlo»



Non cessano le polemiche a Vobarno, sul progetto di sistemare dal punto di vista energetico ed antisismico lo stabile che oggi è in uso alle scuole Medie, recuperando gli spazi necessari per portarci dentro anche i bimbi delle Elementari.

A far discutere, con la dirigente scolastica che ha chiesto le relative “pezze” giustificative, ovvero le perizie dei tecnici, soprattutto l’allarme generato dal sindaco e dalla giunta vobarnese quando, in assemblea pubblica e per giustificare la scelta dell’accorpamento, hanno dichiarato che l’edificio delle Elementari non è per niente sicuro.

E allora non si capisce: se quell’edificio che ospita ben quindici classi non è sicuro, come si fa a lasciarci dentro i ragazzini per altri tre anni?

Una bella gatta da pelare per il sindaco vobarnese Giuseppe Lancini, che taglia corto: «Non voglio essere ricordato come quel sindaco che non ha approfittato di un finanziamento lasciando in pericolo i bambini del paese.
Quella responsabilità è mia ed intendo andare avanti sulla questa strada. Se sarà necessario in questi anni i bambini e i loro insegnanti saranno ospitati altrove, gli spazi non mancano».

Già in occasione dell’assemblea, i piani della giunta avevano registrato la contrarietà da parte del corpo docente, che poneva tutta una serie di problematiche che in parte sarebbero poi state superate da una revisione del progetto stesso.

I suggerimenti riguardavano gli ingressi e spazi separati per i due ordini di scuola, la possibilità di realizzare una tensostruttura come seconda palestra, spazi esterni idonei per i parcheggi... e via rammaricando.

C’era poi una questione di metodo secondo gli insegnanti: prima di proporre un progetto di questa portata, l’amministrazione comunale avrebbe fatto meglio ad ascoltare tutte le parti in causa.

La giunta, alla riunione si è difesa affermando che la dirigente scolastica era stata interpellata e che gli insegnanti avrebbe dovuto coinvolgerli lei; comunque bisognava fare presto per non perdere il finanziamento regionale.

Le minoranze in Consiglio, hanno poi chiesto un confronto aperto e scelte condivise.
Elena Raggi invece, dirigente dell’Istituto comprensivo, ha inviato una lettera in municipio e all’Ust di Brescia, esposta poi anche all’albo scolastico, con la quale ha spiegato di aver incontrato gli amministratori due volte, a settembre e a febbraio.

La prima volta sono state espresse alcune perplessità sul progetto iniziale.
La seconda si è concordato che nei giorni successivi sarebbe stata fissata una data perché questo progetto, si presume almeno in parte modificato, potesse essere visionato anche da Collegio docenti, Consiglio d’Istituto e Comitato genitori.

Invece è arrivata solo l’assemblea pubblica per tutti, con l’ulteriore ventilato problema della sicurezza.

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