De Zerbi
di Luca Rota

Il suo Benevento è retrocesso da un po’ di giornate, ma continua lo stesso a praticare un bel calcio, con ottimi risultati


Fosse arrivato un po’ prima forse avremmo visto un campionato diverso; o magari fossero arrivati in estate gli uomini giunti nel mercato invernale, magari avremmo visto i sanniti lottare per non retrocedere.

Roberto De Zerbi è uno che adora giocare all’attacco, non importa se al timone della cenerentola della serie A. Lui attacca, ma con criterio e geometrie, costruendo gioco e creando occasioni; il modulo non ha importanza, ciò che conta è l’interpretazione che di esso fa l’undici che scende in campo.

Perché puoi giocare anche con quattro punte, ma se non attacchi..

Da calciatore operava da trequartista naturale,
talentuoso ed eclettico. Oggi in panchina offre bel gioco, gol e risultati, anche in un’annata purtroppo per lui e per il Benevento sfortunata. Magari servirà da esperienza per ripartire dalla B, e provare a ritornare in un campionato nel quale per quasi tre mesi le Streghe hanno fatto da comparsa (primo punto messo a referto a Dicembre).

Emblematico è stato il saluto del “Vigorito” all’undici sannita dopo l’ultima in casa, terminata con la vittoria di misura sul Genoa. Il giusto premio per una squadra accortasi troppo tardi di cosa fosse la A, ma che non ha mai smesso di giocare. Chiedetelo al Milan, ma anche alla Juve ed alla Lazio.

De Zerbi è uno che si è fatto le ossa per bene in Lega Pro prima di approcciarsi ai campionati maggiori. Foggia l’ha visto prima piangere poi trionfare. A Palermo l’anno scorso fu un azzardo, e come tale non finì bene. Stesso si potrebbe dire dell’annata in via di conclusione, ma non credo sarebbe la stessa cosa. Basterebbe riguardare le partite disputate dal Benevento da gennaio ad oggi. Pesano quei zero punti in tre mesi, altrimenti avremmo visto i giallorossi lottare per restare in A. Ma non credo avremmo visto un altro De Zerbi. Chapeau.
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