La corsa del ciuccio
di LoStraniero

A Napoli il “ciuccio” è l’asino. Si racconta da quelle parti che un giorno ci fu una grande corsa alla quale parteciparono numerosi diversi animali, tra i quali anche un asino...


...Dopo il segnale di partenza, a un certo punto, l’asino riuscì sorprendentemente a guadagnare la prima posizione e via via che avanzava, aumentava il distacco da chi immediatamente lo seguiva.

Ma … c’è sempre un ma …

Un centimetro prima della linea del traguardo l’asino si bloccò all’improvviso, disarcionando il cavaliere (si dovrebbe dire l’asiniere, ma non si può).

Questi cercò allora di trascinarlo oltre la linea, tirandolo per le briglie, ma niente da fare.
Passarono tutti gli altri animali fuorché lui.
Penso che oggi, forse, l’asino sia ancora lì, fermo e irremovibile ad osservare tutti quelli che oltrepassano la linea di fine corsa.

L’immenso cincischio

Per realizzare un buon cincischio occorrono valenti cincischianti.

Non solo, ma occorre anche un valido allenatore che possa far apprendere agli allievi, anche quelli più svogliati, tutte le più sofisticate tecniche del cincischio del tempo presente.

Noi italiani possiamo menare, prima in Europa e poi in tutto il mondo, il vanto di annoverare tra noi i più eccellenti cincischianti.
Io preferirei usare il termine “cincischiatori”, che trovo più appropriato, ma non si può.

Se ci fosse un campionato mondiale del cincischio noi vinceremmo sicuramente sempre il primo premio.
Avremmo un vastissimo assortimento di coppe del cincischio in tutti i settori, conquistate in tutto il mondo, da molto tempo a questa parte.

Riporto, ove sia il caso, un’accezione del termine cincischiare dal vocabolario Treccani:
cincischiare = perdere tempo senza concludere nulla.

La preghiera del cavallo   

E’ una preghiera breve.
Non so se l’ho letta da qualche parte, oppure si tratti del ricordo di racconti di mio padre o di mio nonno che avevano a che fare con i cavalli.
Più probabile la seconda ipotesi.

Pare che, dopo che Dio abbia creato il cavallo, questi gli si sia poi rivolto dicendo:
“Ti prego o Signore, se è possibile non darmi per padrone un asino”.

Pur se densa di significati profondi, attuali e remoti, questa invocazione implica innanzitutto che l’asino sia stato creato prima del cavallo e poi che il cavallo, prima di profferire la predetta preghiera, conoscesse già l’asino.

In difesa dell’asino

Non me ne vogliate, ma questo è un animale che amo molto.

Ingiustamente vituperato da sempre, nelle favole e nella letteratura, ho ricordi dei pianti che facevo da bambino di fronte ai maltrattamenti che gli adulti infliggevano a questo animale buono e paziente, che picchiavano a volte anche a sangue.

Chiedo io perdono per questo inqualificabile comportamento di uomini che non meritano di essere chiamati tali.

LoStraniero

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