Una preghiara per Hamza
di Ubaldo Vallini

Ieri presso la casa funeraria Domus Aurora di Gavardo il rito funebre secondo la religione islamica per il piccolo Hamza El Amrani che sarà sepolto in Marocco


Non cessa di provocare sgomento, in tutta la Valle Sabbia, la tragedia vissuta venerdì da mezzo paese a Roè Volciano, dove il fiume si è portato via una giovane vita di 12 anni.

E anche a Villanuova sul Clisi, dove il cadavere del ragazzino è stato rinvenuto incagliato nella griglia di approvvigionamento acqua della Centrale idroelettrica ex Cbo.

Ieri è stato il momento per la comunità, non solo quella marocchina, di stringersi attorno alla famiglia così duramente ed improvvisamente colpita da un dolore indicibile come è quello della dipartita di un figlio.

Nessun esame autoptico è stato richiesto, essendo chiaro il decesso per annegamento. Subito dalle autorità è così arrivato il nulla osta alla sepoltura e, una volta trasferita la salma nella Domus Aurora di Gavardo, è stato dato il via al rito secondo quanto prevedono le procedure dettate dall’Islam: “Abbiamo eseguito il rito del lavaggio, poi abbiamo pregato. Nei prossimi giorni, non sappiamo ancora quando, per volere della famiglia, la salma sarà trasferita in Marocco per la sepoltura” ci ha detto l’imam Ahmed El Balazi, che guida la grande famiglia dei musulmani dell’associazione culturale islamica di Vobarno.

Di Hamza El Amrani, marocchino nato in Italia poco più di 12 anni fa, rimarrà in famiglia un grande vuoto. E negli occhi di quei ragazzini di ogni colore e provenienza che piangevano per lui prima ancora che ne ritrovassero il corpo, un ricordo indelebile.

Hamza, ragazzino riservato, curioso e intelligente, figlio della nuova Valle Sabbia, non c’è più. A rincuorare, seppur di poco, la consapevolezza che è annegato quasi subito una volta travolto dalle acque.

Una tragedia che non può non porre degli interrogativi stringenti sulla effettiva pericolosità di quel fiume, dove episodi di questo genere sono tutt’altro che rari e dove il livello delle acque può cambiare all’improvviso anche di qualche decina di centimetri.

Non era la prima volta che Hamza si immergeva in quelle acque e sempre era tornato a riva. E se stavolta la corrente ha avuto ragione sulle sue forze, sono stati in molti a notare che qualche ora dopo nello stesso punto di acqua non ce n’era più. Un carattere torrentizio ingannatore, quello del Chiese, che ogni tanto chiede un tributo di sangue difficile da sopportare.
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