L'altro Pippo
di Luca Rota

Negli anni Novanta al solo pronunciar il nome Pippo, tutti pensavano ad Inzaghi. Caspita, chi non avrebbe pensato a Pippo Inzaghi, in arte Super Pippo! Di Pippo però, a differenza della mamma, non ce n'è uno solo...


Di Pippo però, a differenza della mamma, non ce n'è uno solo, e fu così anche per gli anni Novanta e la serie A. Pippo Maniero del più celebre collega, aveva in comune, oltre al nome, la posizione in campo e per poco (un anno di differenza) anche l'età anagrafica.

Già tra i professionisti a diciassette anni, Maniero segna in B col suo Padova ed esordisce in A da maggiorenne coi colori della Dea. L'anno seguente mette a segno la prima marcatura con indosso la maglia dell'Ascoli. Poi il ritorno a casa, in B a Padova, che due anni più tardi trascinerà in A.

Sampdoria ed Hellas Verona sono le due tappe che nel 1997 fanno da preludio al suo approdo a Parma. L'anno seguente sarà Milano, sponda rossonera. Pippo Maniero però non ha alcuna voglia di fermarsi, e dopo l'amata natia Padova, si cuce addosso per quattro stagioni i colori del Venezia.

Poi il Palermo, il Brescia ed infine il Torino dove a stagione conclusa sarà promozione in A, ma allo stesso tempo fallimento. Senza squadra a trentatré anni viene ingaggiato dai Rangers Glasgow, ma complice un mese senza alcuna convocazione, rescinde il contratto e ritorna a casa, nelle categorie inferiori.

Lì dove oggi allena e dov'è ritornato dopo un viaggio durato vent'anni, tra A e B, girovagando per la provincia italiana e spesso transitando per lidi importanti. Storia breve di un centravanti forte, moderno e con nulla da invidiare ai più "grandi". Pippo Maniero, l'altro Pippo.
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