San Silvestro senza messa
di val.

L’ultima celebrazione risale alla prima domenica di settembre, poi la chiesa è stata chiusa. Stiamo parlando della parrocchiale settecentesca che Comero, frazione di Casto dal 1928, ha dedicato al partono San Silvestro

 
Il tempio è fessurato in più punti sia all’esterno sia all’interno: crepe “storiche” che puntualmente si ripresentano e in alcuni casi ci passa dentro anche una mano.
Non sarebbe però la tenuta della struttura a preoccupare, quanto il cedimento degli intonaci e degli stucchi che precipitano al suolo con gran rischio per i fedeli sottostanti.

«Per fortuna fino ad ora è sempre capitato di notte» ci dicono in paese.
Per quanto piccoli possano essere quei pezzi di calcinaccio, infatti, precipitando da quell’altezza potrebbero essere causa di ferite serie per chi ne venisse colpito.

Una situazione di stallo che potrebbe però non durare a lungo
.
Già questo venerdì, infatti, è previsto un summit in parrocchia durante il quale il parroco don Marco Iacomino, l’ingegnere che ha già seguito altri lavori ed il Consiglio degli affari economici stabiliranno il da farsi.

Fra le ipotesi, la posa di una rete in grado di fermare i detriti, per riaprire comunque la chiesa mentre si organizza un nuovo intervento di restauro.

Nessun problema per il campanile
: staccato dalla chiesa continua ad annunciare ore e mezz’ore. Mentre i fedeli, per la messa, hanno a disposizione il vicino santuario di Auro.
Del resto San Silvestro è il protettore dei muratori e dei tagliapietre, vuoi vedere che in un periodo di crisi ha deciso di dare loro un po’ di lavoro?

In realtà i problemi della parrocchiale di Comero sono persistenti,
tanto l’ultimo corposo restauro si è concluso nel 2002, solo 16 anni fa.
Colpa della presenza nel sottosuolo di ampi strati di gesso, che rendono non solo la chiesa, ma l’intera area, piuttosto ballerina.

Per piazzare la salvifica rete forse no
, ma per i successivi restauri si renderanno necessarie corpose risorse.
I cittadini di Comero sono molto affezionati alla loro chiesa e siamo certi che volentieri faranno la loro parte.

Parlando di San Silvestro, poi, non può non venire in mente il Silvestro che di cognome fa Niboli, il capostipite di una famiglia di facoltosi industriali valsabbini, che in questa chiesa venne battezzato e che da meno di un anno riposa nel piccolo cimitero che le sta accanto.


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