Ma che bel Castello!
di Luca Rota

Il club delle “favole sportive” vanta diverse simpatiche presenze, a volte difficili da credere, ma che hanno fatto sognare e divertire tutti gli appassionati di calcio. Il Castel di Sangro è forse la più eccezionale di queste 


Comprensorio abruzzese di quasi seimila anime, fu il più piccolo Comune di sempre a partecipare al campionato cadetto - palcoscenico calcato per ben due stagioni di fila - dove Jaconi e i suoi ragazzi, tra il 96 ed il 98, si tolsero diverse soddisfazioni (persino battere nel derby il più blasonato Pescara). 
 
Il Castello, nome con cui i tifosi chiamano i giallorossi abruzzesi, divenne addirittura protagonista del libro (“Il miracolo del Castel di Sangro”) che un giornalista americano dedicò al “miracolo” di quella doppia promozione dalla C2 alla B.
 
Assaporata la cadetteria, il ritorno in Lega Pro non estinse la favola giallorossa, che poté vantare un’altra impresa, appena sfiorata, ma pur sempre goduta; la “quasi eliminazione” dell’Inter negli ottavi di Coppa Italia 98-99, dove perse l’andata di misura in casa, e restò in vantaggio per buona parte del match nel ritorno a San Siro, prima di subire il pareggio interista.
 
Dopo qualche altra stagione tra le paludi della zona retrocessione in Lega Pro, la parabola magica del Castel di Sangro vide il suo termine nel 2005, quando dopo sedici anni di glorie tra i professionisti, fallito, fu costretto a ripartire dalle serie minori. 
 
Oggi in paese vi sono due squadre, ma il ricordo di quella compagine che conobbe il calcio professionistico a certi livelli, resterà per sempre nel cuore di chi ama questo sport. 
 
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