«Ladri di biciclette», dal libro al film e dal film al libro
di Marisa Viviani

Serata partecipata alla biblioteca di Bagolino per l’appuntamento curato da Flavio Richiedei dedicato al Neorealismo e al 70° dell’uscita del film capolavoro di Vittorio De Sica


Si è tenuto venerdì 26 ottobre, presso la Biblioteca Comunale di Bagolino, un incontro molto partecipato sul tema "Neorealismo - A 70 anni dalla prima di "Ladri di biciclette" dal libro al film, dal film al libro ". Racconta Flavio Richiedei.

Il 24 novembre 1948, presso il cinema Metropolitan di Roma, viene data la prima nazionale del film "Ladri di biciclette", regia di Vittorio De Sica, soggetto e sceneggiatura di Cesare Zavattini, tratto dall'omonimo libro di Luigi Bartolini. Il film, accolto in Italia da aspre critiche (!), avrà un successo mondiale e sarà insignito, tra gli altri prestigiosi e numerosissimi riconoscimenti, del Premio Oscar. La critica cinematografica considera oggi questo film tra i primi dieci capolavori della storia del cinema, e qualcuno arrivò a definirlo "La Cappella Sistina del cinema italiano".

Va riconosciuto quindi a Flavio Richiedei il merito di aver ricordato un evento cinematografico di portata internazionale, che pare abbia riscosso invece un tiepido interessamento nel nostro Paese, a dimostrazione di quanta incapacità di tutelare e valorizzare il nostro immenso patrimonio di beni di varia natura ci sia da parte di enti e istituzioni.

Si dovrà infatti ricorrere al Festival di Cannes per trovare l'alto riconoscimento che i francesi hanno saputo tributare quest'anno alla cinematografia italiana, proiettando nell'ambito del festival il film restaurato dalla Cineteca di Bologna in occasione del 70° anniversario della sua uscita nelle sale. Bagolino come Cannes, insomma, se è vero che "i francesi hanno la Croisette, e noi abbiamo la Crosètä", come ha ironicamente commentato il relatore, ricordando la nota fontana bagossa su cui si affaccia la propria abitazione.

Il film "Ladri di biciclette" è tratto dall'omonimo libro di Luigi Bartolini, che ebbe all'epoca un grande successo e ancora oggi viene pubblicato in numerosi paesi del mondo, ma non più in Italia, dove del resto non viene nemmeno più letto, se si considerano i dati forniti dal Sistema Bibliotecario di Brescia-Cremona, dai quali risulta che su 2,5 milioni di libri presenti nelle biblioteche di queste province, siano presenti soltanto 8 copie del libro, a fronte di 295 copie di "50 sfumature di grigio" e altri suoi emuli eroticocromatici, per un totale di circa 800 copie.

La ricerca effettuata da Flavio Richiedei, che ha indagato il tema da vari punti di osservazione, non può che suscitare più di un interrogativo, non ultimo quello relativo al tipo di investimento economico effettuato per la diffusione della "cultura". Se è pur vero che il libro sarebbe forse stato destinato all'oblìo, se non sostenuto dall'enorme fama del film, è anche altrettanto vero che fuori d'Italia continua ad essere pubblicato; una rarissima edizione in ebraico, infatti, ha fatto bella mostra di sé tra la documentazione esposta: riviste, giornali, manifesti, libri in varie lingue, che Flavio Richiedei ha raccolto durante le sue "incursioni" in librerie, mercatini, bancarelle di libri e stampe antiche in Italia e all'estero.

Il racconto della storia di "Ladri di biciclette" che ne ha fatto il nostro relatore è stata appassionante; innanzitutto inquadrata storicamente dal punto di vista letterario, ma anche socio-politico e artistico, con una miriade di collegamenti tra i molteplici ambiti della storia e della cultura nazionale e internazionale, oltre che della cinematografia, con passaggi interconnessi tra libro e film e film e libro, come da titolo della relazione presentata.

Il film, che ha segnato la storia del cinema, è maturato nella vivida atmosfera culturale del Neorealismo, che interessò vari ambiti della cultura, dalla letteratura, alla pittura, ecc., trovando nel cinema la sua più alta espressione di innovazione e successo, per la rappresentazione realistica della società, specialmente delle classi più povere e disagiate attraverso storie comuni di un'umanità uscita dalla guerra e alla ricerca di un riscatto sociale e umano.

Il cinema neorealista si caratterizzava per l'uso frequente di ambientazioni esterne, in luoghi quotidiani, spesso gli interpreti erano scelti fra gente comune, attori non professionisti che ben rappresentavano la realtà della vita della maggioranza della popolazione, e una vicinanza umana mai vista prima nel cinema di regime, quello, per intenderci, artefatto e melenso dei "telefoni bianchi" e dei film storico-celebrativi.

Nel 1948 uscì "Ladri di biciclette" per la regia di Vittorio De Sica e fu un successo mondiale; era stato già preceduto da altri capolavori pluripremiati, "Roma città aperta" di Roberto Rossellini (1945) e Suscià di De Sica (1946), soltanto due citazioni di un lungo elenco di capolavori del Neorealismo del cinema italiano in un lasso di tempo compreso tra il 1943 e fine anni '50: i grandissimi film che hanno fatto la storia del cinema italiano, e per i quali ancora oggi, a distanza di oltre 70 anni dalla nascita del Neorealismo, il nome della cinematografia italiana è ancora altissimo negli ambienti internazionali.

Grazie dunque a Flavio Richiedei che ce lo ha ricordato con il suo racconto emozionante, facendo per una sera della Biblioteca Comunale di Bagolino la Croisette di Cannes, su cui ha sfilato nei ricordi la storia del nostro grande cinema.
                                           
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