Emodinamica a Gavardo, fra annunci e promesse
di c.f.

All’annuncio del direttore generale dell’Asst del Garda sull’impossibilità di avere il servizio al nosocomio gavardese, risponde il consigliere regionale della Lega Massardi: “La partita non è chiusa”


A Gavardo l’emodinamica non arriverà. Almeno al momento. Ad annunciarlo il direttore generale dell’Asst del Garda Carmelo Scarcella, che lo scorso venerdì ha presentato i nuovi componenti della direzione strategica: ad affiancare il direttore generale per i prossimi cinque anni saranno il direttore sanitario Angelo Buccino, il direttore socio sanitario Roberta Brenna e il direttore amministrativo Teresa Foini.

L’impossibilità di istituire un reparto di emodinamica all’ospedale di Gavardo, opzione di cui si discute da anni, sarebbe dovuta ai numeri attuali, ovvero alle sette unità già presenti sul territorio.

Due, invece, le novità all’orizzonte: entro qualche mese dovrebbe essere attivato il servizio di emodialisi domiciliare – ad oggi inesistente nel territorio provinciale – e l’unità psichiatrica dovrebbe essere trasferita dalla Casa di Riposo all’ospedale.

Ma sulla questione emodinamica a Gavardo interviene il consigliere regionale valsabbino della Lega Floriano Massardi: “Che l’ipotesi dell’emodinamica a Gavardo sia tramontata è ancora da dimostrare ed è mia ferma intenzione continuare una battaglia legittima e sacrosanta per il nostro territorio in tutte le sedi opportune.”

La Lega, in questi anni, ha portato avanti questa battaglia, finora senza successo, promettendo l’emodinamica ad ogni campagna elettorale. Il testimone, adesso, lo ha preso in mano Massardi.

“Realizzare il Servizio di emodinamica a Gavardo – prosegue il consigliere del Carroccio – è una questione assolutamente prioritaria, una richiesta corale da parte dei sindaci e dei residenti, non soltanto di Gavardo ma dell’intera Val Sabbia e dell'alto Garda.

Invito quindi il Direttore Scarcella a fare davvero gli interessi di tutto il territorio servito dall’Asst del Garda, impegnandosi per fare in modo che non ci siano più pazienti di serie A e di serie B. Le obiezioni circa il numero dei servizi attualmente presenti nell’Ats di Brescia non tengono conto delle peculiarità di un’area montana come quella valsabbina e l'Alto Garda, della sua grande estensione e delle difficoltà logistiche legate agli spostamenti. Se il problema è legato ai numeri allora nessuno ci vieta una riorganizzazione più assennata della situazione attuale, dove ci sono privati accreditati che fanno soldi e intere zone completamente scoperte.

Bisogna puntualizzare inoltre come la Val Sabbia e l'Alto Garda siano l’unica porzione della provincia di Brescia che al momento non hanno a disposizione, in termini di prossimità, un servizio fondamentale per salvare la vita delle persone. Nei casi in questione infatti la tempistica e la velocità d’intervento risultano fattori essenziali e determinanti per garantire al malato le cure e i trattamenti adeguati. Allo stato attuale infatti i tempi di percorrenza, specie per chi risiede in alta valle risultano troppo lunghi, con rischi molto gravi legati alla sopravvivenza stessa, rischi che una sanità come quella lombarda non può e non deve permettersi.

Mi sono già attivato presso l’assessore al Welfare Gallera per chiarire la questione in modo definitivo e per difendere gli interessi del nostro territorio. La salute dei cittadini è un tema su cui non si può scendere a compromessi e la sanità montana, che vanta caratteristiche ben diverse rispetto a quella della pianura, va trattata in quanto tale. Non è accettabile – conclude Massardi – che con 18 miliardi di euro spesi per la Sanità in Lombardia, in Val Sabbia e nell’Alto Garda si rischi di morire per un impianto di stent coronarico da 2.000 euro.”

In foto:
. l'ingresso dell'ospedale di Gavardo
. la mappa con la dislocazione attuale dei reparti di emodinamica nella zona del Garda e della Valle Sabbia


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