«Il Carnevale nella Valle del Caffaro»
di Cesare Fumana

Sarà presentato questo venerdì sera presso la sede della Comunità montana il libro del gavardese Giovanni Baronchelli, frutto di un lavoro di ricerca per indagare le peculiarità antropologiche del famoso carnevale di Bagolino


"Il Carnevale nella Valle del Caffaro. Una peculiarità antropologica nell’universo dei Carnevali alpini". È il titolo del libro scritto dal gavardese Giovanni Baronchelli dedicato al famoso carnevale di Bagolino, uno dei più singolari dell’arco alpino per i tanti aspetti etnografici che porta con sé.

La presentazione del volume è in programma questo venerdì 22 febbraio, alle 20.30, nella sala assemblee della Comunità montana, a Nozza di Vestone.

Oltre all’autore, interverranno Alfredo Bonomi, Nerio Richiedei, Lorenzo Pelizzari e Franco Liloni.
 
In questa pubblicazione viene sviluppata una ricerca relativa alle analogie tra le varie ritualità carnevalesche dell’arco alpino, inserite in un contesto più vasto, che richiama temi di carattere storico, economico, sociale, artistico, musicale, coreutico e linguistico.

Nella Valle del Caffaro gli insediamenti umani, che per la natura del luogo sono rimasti isolati, hanno mantenuto consuetudini, usi e costumi unici nel loro genere e immutati nel tempo, pur negli inevitabili coinvolgimenti di carattere storico, politico ed economico, che li hanno messi a contatto con altre realtà.

L’indagine è partita dallo studio della storia locale e si è avvalsa di una ricca bibliografia, trattati attinenti l’argomento e testimonianze orali, ottenute attraverso colloqui con ricercatori locali e non e con informatori attivi nell’ambito della celebrazione stessa, a ciò vanno aggiunte le fonti iconografiche reperite in loco e in testi specifici.

Giovanni Baronchelli, 30enne gavardese, è un giovane insegnante di Educazione artistica e Storia dell’arte, musicista polistrumentista autodidatta, artista, ricercatore, appassionato d’arte e di tradizioni popolari.

«Il lungo lavoro capillare che ha dato vita a questo libro – spiega Baronchelli – vuole essere un contributo, sia pur modesto, alla salvaguardia del patrimonio culturale del nostro territorio».
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