«Né sorpresi né soddisfatti»
di Andrea Nones

In merito all’ultima diffida, unita ad un provvedimento di sospensione dell’AIA vigente per le Fonderie Mora, anche Legambiente con una nota prende posizione



Riportiamo integralmente il testo del comunicato.

In data 19 marzo 2019 il competente Ufficio della Provincia di Brescia ha inviato alla Fonderia Mora l’ultima diffida, unita ad un provvedimento di sospensione dell’AIA vigente, per quanto si riferisce ad alcune attività ed impianti di abbattimento di emissioni in atmosfera.

La gravità dei provvedimenti è spiegabile con la lettura degli atti relativi, che pur nella asetticità formale del linguaggio tecnico, è impressionante:

- Si constatano violazioni ripetute

- Si contestano inottemperanze a numerose prescrizioni

- Si contestano manomissioni di strumenti di controllo delle emissioni

- Si giustifica la necessità di ispezioni a sorpresa a seguito dell’osservazione di ricadute di polveri in aziende e abitazioni circostanti, senza che l’Azienda avesse segnalato, come suo dovere, i malfunzionamenti in atto

- Si constata che l’Azienda ha continuato a violare le prescrizioni anche dopo e nonostante la visita ispettiva

- Arpa ritiene a sua volta di informare di quanto accertato l’autorità giudiziaria

- Il Comune di Gavardo ritiene (finalmente!) inadeguate le risposte aziendali e si riserva (finalmente!) di adottare provvedimenti a tutela della salute pubblica.

Legambiente Circolo Brescia Est, che da anni è accanto a coloro che pagano gli effetti di questi comportamenti, si rivolge per l’ennesima volta ai cittadini e alle autorità con le seguenti considerazioni:

- Non siamo né sorpresi né soddisfatti dei provvedimenti emessi; essi sono l’ultimo atto di una vicenda surreale, che vede un’impresa di fatto “autorizzata “ad operare in violazione sistematica delle norme vigenti, dell’AIA approvata, degli impegni proclamati, e a danno di tutti coloro che hanno la disavventura di esserne coinvolti.

- Il ricatto occupazionale, ancora una volta brandito dal suo Amministratore Delegato, oltre che irresponsabile, è senza futuro; imprese in queste condizioni portano con sé la propria fine, scaricando sui lavoratori e sulla collettività in generale costi enormi in termini umani, sociali ed economici.

- Ai lavoratori della Fonderia Mora, silenti nonostante le incredibili condizioni dell’ambiente di lavoro che emergono dalle analisi ispettive, esprimiamo piena solidarietà. Siamo consapevoli del loro dramma: un’azienda che ha rischiato il fallimento e che da anni è incapace di una svolta vera, che naviga a vista fra il disagio sociale e le sanzioni, non può lasciare sereni.
Altro sarebbe lecito attendersi dai loro rappresentanti, che dovrebbero quantomeno conoscere a quale prezzo si lavora in Fonderia.

- Diamo atto al Commissario Prefettizio che regge il Comune di Gavardo, di avere assunto sulla vicenda, finalmente, impegni reali ed efficaci, a partire dall’ascolto diretto dei cittadini gavardesi.
E’ la riprova che l’Amministrazione decaduta aveva vergognosamente abdicato al proprio ruolo di governo del territorio, incapace di una qualsiasi proposta volta a cercare soluzioni, protagonista al contrario nel boicottaggio delle azioni e delle proposte dei cittadini e delle associazioni al loro fianco.

Legambiente è certa che non siamo giunti ancora alla conclusione positiva di questa annosa vicenda.
Continueremo quindi la vigilanza e la denuncia di ogni abuso perché siamo certi che lavorare bene, nel rispetto delle regole, dell’ambiente e delle persone sia giusto, possibile e costi meno.

Chiediamo alla Provincia, che dell’affidabilità della Fonderia Mora nel rispetto degli impegni dovrebbe ormai avere contezza, di esercitare col più diligente rigore le proprie funzioni di controllo e di sanzione, verificando anche ulteriori settori nei quali l’attuale AIA a noi pare carente e vigilare con azioni preventive affinché venga rispettato il resto del cronoprogramma di adeguamento prescritto nell’AIA, con particolare riferimento al reparto grandi getti, senza concedere ulteriori proroghe nella realizzazione dei sistemi di abbattimento di fumi polveri ed odori, previsti nell’AIA, attualmente rilasciati in atmosfera.

Chiediamo all’ARPA di proseguire con maggiore frequenza nelle ispezioni non concordate preventivamente, e di volerne calendarizzare una mirata a verificare lo stato di conservazione delle molte migliaia di metri quadrati di amianto che ricoprono ampia parte della Fonderia, senza limitarsi ad accogliere le risultanze prodotte dalla stessa azienda o di società da essa incaricata.

Chiediamo al Comune di Gavardo di dare seguito alla svolta che ci pare di avere avvertito, dimostrando con azioni concrete di avere a cuore gli interessi e le sensibilità di tutti i cittadini.

Chiediamo altresì di sciogliere la riserva e di procedere senza ulteriori ritardi, qualora si riscontrino, come noi riteniamo, rischi oggettivi per la salute pubblica, a causa dei comportanti illeciti della Fonderia o di altri attori.

Andrea Nones (Presidente Circolo Legambiente Brescia Est)

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