Il «figlio» di Zola
di Luca Rota

La figurina odierna appartiene anch’essa al filone dei “figli di…”, e si confronta con un’altra più illustre, che potremmo definire major. Ma come si sarà ben capito, qui si preferisce l’underground 


Due generazioni, due vite, due carriere, stesso ruolo, stesso amore per la propria terra, stesse “altezze”. 
 
Da una parte Gianfranco Zola, la cui carriera divisa tra big di A e la consacrazione in terra inglese, lo vedrà diventare il miglior straniero di sempre nella storia del Chelsea.
 
Dall’altra quella del suo “figlio putativo”, Andrea Cossu, che tra B e C, con qualche comparsata in A, non ebbe le stesse fortune di “The Magic box”. L’incrocio tra i due avviene proprio nella stagione del ritorno a casa di Zola, a quarant’anni suonati, desideroso di chiudere la carriera con indosso la maglia del Cagliari.
 
Cossu quell’estate ha venticinque anni, e viene richiamato alla base dopo un lungo giro che lo aveva visto indossare le maglie di Olbia, Sassari Torres, Lumezzane ed Hellas Verona. 
 
Dopo altre due stagioni in prestito agli scaligeri, i rossoblù decidono che è maturo per restare. Da lì saranno sette stagioni consecutive, per lui cagliaritano doc, con la numero sette sulle spalle e le chiavi del centrocampo in mano. 
Raccoglierà di fatto l’eredità di Zola, che ai suoi tempi all’ombra del San Paolo, aveva raccolto quella di Maradona nel Napoli di inizio anni Novanta. 
Fa il regista offensivo, per usare un termine arcaico, diventando uno dei migliori trequartisti del campionato, e all’occorrenza fa anche il regista arretrato o l’interno. È un vero universale di centrocampo, anche se è dietro le punte che dà il meglio. 
Più di duecentocinquanta presenze in A coi sardi, prestazioni sublimi, gol e assist che gli valgono persino due presenze in azzurro.
 
Nel 2015 fa ritorno a Olbia, in serie D, dove quasi vent’anni prima aveva esordito tra i professionisti. A fine stagione sarà promozione, e l’anno seguente disputerà con quei colori il suo ultimo campionato di Lega Pro, prima di fare un inaspettato ritorno a Cagliari, dove metterà a referto le sue ultime apparizioni in A.
 
La scorsa estate per salutare il suo addio al calcio giocato, la società ha invitato in amichevole l’Atletico Madrid. 
Dove lavori oggi e per conto di chi non c’è neanche da chiederlo, basta un po’ di fantasia; magari la stessa che Cossu ha sempre messo nelle sue giocate.
 
Non ce ne voglia l’immenso Zola, eroe di Wembley, idolo di Stamford Bridge e icona della Sardegna tutta; ma che gran giocatore è stato Andrea Cossu!
 
 
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