Le prime sono state quelle vestonesi
Il 2007 ha segnato un traguardo importante per i «Volontari del soccorso» di Vestone: quello del venticinquesimo anno di attivitŕ, accompagnato dal rinnovo delle due ambulanze in forza al sodalizio, che corrono in media per 70 chilometri al giorno.

Il 2007 ha segnato un traguardo importante per i «Volontari del soccorso» di Vestone: quello del venticinquesimo anno di attivitŕ, accompagnato dal rinnovo delle due ambulanze in forza al sodalizio che «corrono» sulle strade valsabbine mediamente per 25 mila chilometri all’anno; quasi settanta chilometri giornalieri.
Il gruppo vestonese del soccorso, storicamente il primo del genere fondato in Valsabbia, č nato nel 1965. Ma nel 1982 c’č stato il totale rinnovamento, una sorta di «rinascita». Per questo, dicevamo, l’anno scorso si č festeggiato il 25mo di attivitŕ.

Con le due autolettighe in servizio, il sodalizio di cui parliamo ha percorso sempre nel 2007 ben 24.919 km. (7.216 in piů dell’anno precedente, con una crescita del 40%) rispondendo a 394 chiamate, 314 delle quali (l’80% dei casi) di primo intervento «girate» e coordinate dalla centrale operativa del «118».
«Per gli interventi richiesti dal 118 - spiega Grazia Bendotti, coordinatrice del gruppo dal 1982 e anche vicepresidente dell’Associazione volontari ambulanza della Vallesabbia, di cui Vestone fa parte - si tratta di dati record, mai raggiunti prima da una realtŕ, la nostra, che conta oggi solo una quarantina di volontari. Oggi, grazie alla sede aperta a Vestone nel 2007 con le nostre sole forze, tra gli operatori ci puň essere anche chi arriva dai paesi vicini trovando un luogo accogliente in cui stare in attesa delle chiamate».

I 40 militi in servizio (tra loro ci sono anche due istruttori del 118 e un istruttore Anpas) non sono tantissimi per un servizio che impegna ogni giorno tre persone per 365 giorni l’anno, Natale, Pasqua, Capodanno e Ferragosto compresi. «Significa che in media ogni volontario dedica gratuitamente ogni anno una decina di giorni della propria vita.
Come ci si riesce? Grazie al fatto che la nostra č una realtŕ attiva e molto unita. Comunque aspettiamo l’esito dell’ultimo corso di formazione per soccorritori per ingrossare le fila dell’associazione».

M.PAS. da Bresciaoggi
0519Ambulanza.jpg