Il "nipote" di Puskas
di Luca Rota

Ultimo appuntamento coi “figli di..”, per parlare di una figurina pienamente in attività, che ha vagato in lungo e in largo per la penisola, per poi trovare gloria altrove


Costui è Davide Lanzafame, promessa delle giovanili juventine nella prima decade del terzo millennio, al punto da venire paragonato addirittura all’allora emergente Cristiano Ronaldo.

Dopo l’ottima stagione in B al Bari, che sembrava dovesse consacrarlo, ceduto al Palermo nell’affare Amauri (il suo cartellino raggiunse cifre importanti), nell’ambizioso progetto rosanero non convinse.

Da lì sarà tanta la gavetta e purtroppo per lui, fine della “promessa” e l’inizio tanta “normalità”.
Tra un ritorno in Puglia, poi Parma e finalmente un’opportunità alla Juve nell’immediato post-Calciopoli, ci saranno Brescia, Catania e Grosseto (quest’ultima in B) sul suo cammino.

Sceglie di emigrare per indossare i colori del glorioso Honved, nobile decaduta ungherese, un tempo capitanata dal mitico Ferenc Puskas.
Un gol ogni due partite non gli garantisce però la permanenza, ma è solo un arrivederci che lo vedrà ritornare dopo tre stagioni in B tra Perugia e Novara, e mettere a segno in due stagioni ben 29 gol.
In più si toglie anche la soddisfazione di segnare nei preliminari di Champions.

Ora difende i colori del Ferencvaros, dove continua a fare quello che sa, con la solita media gol e il sogno di raggiungere i gironi della massima competizione europea.
Perché non sarà la promessa di inizio carriera, ma in quel che fu il “calcio danubiano”, Lanzafame segna come nella migliore tradizione degli attaccanti magiari.

Sulle orme di chi settant’anni prima di lui aveva indosso il rossonero dell’Honved, anche se adesso segna per i rivali del Ferencvaros, lui resta sempre il “nipote” di Puskas.

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