Calore alpino nella fredda Milano
di Cesare Fumana

Va in archivio anche la 92ª Adunata nazionale degli Alpini, meno partecipata rispetto agli anni scorsi: la tradizione alpina non ha coinvolto la grande metropoli



La sfilata conclusiva dell'adunata degli Alpini è sempre un momento di entusiasmo e di calore.

Anche Milano ha tributato lunghi applausi agli Alpini che marciavano a passo cadenzato al suono delle fanfare.

La gente era concentrata principalmente nella zona i piazza Duomo e lungo la via che porta al Castello Sforzesco.

Gli alpini valsabbini e gardesani hanno sfilato fra le 17:30 e le 18:30 sotto le insegne della sezione di Salò “Monte Suello”, che quest'anno apriva il passaggio delle tre sezioni bresciane. Una presenza in leggero calo rispetto agli anni passati.

A portare lo striscione "Alpini della terra Bresciana", in apertura di sfilata, erano le penne nere di Sabbio Chiese.

A dare entusiasmo e calore al passaggio degli alpini della “Monte Suello” anche il nuovo speaker da quest’anno dell’Adunata, il prof. Angelo d’Acunto, alpino gavardese, che da par suo ha presentato la storia e le attività degli alpini valsabbini e gardesani.

Va in archivio, così, anche la 92ª Adunata nazionale degli Alpini, quella del centenario dell'Ana, ma nella grande metropoli gli alpini sono "spariti".

A parte le zone deputate all’evento (Piazza Duomo per l'alzabandiera, Piazza della Scala per l'arrivo della bandiera di guerra, il Castello Sforzesco e il Parco Sempione per la Cittadella degli Alpini), le penne nere dei gruppi erano accampate per la maggior parte nei paesi della cintura milanese, a una distanza di circa mezz'ora dal centro città. Per questo è mancata la massiccia concentrazione che si riscontrava gli altri anni in città più piccole.

Dove erano presenti, gli alpini sono stati accolti comunque con affetto. Dove sono state realizzate delle cerimonie o dei momenti di incontro o concerti con fanfare e cori la presenza della popolazione, soprattutto la più anziana, si è vista.

I commenti raccolti ieri nei momenti prima della sfilata erano comunque quasi tutti negativi: su tutti la mancanza di Tricolori alle finestre, in particolare lungo il percorso della sfilata; questo ha fatto sì che anche i milanesi non sapessero della presenza degli Alpini in città. Il sentore era che per i meneghini questa sia stata una delle tante manifestazioni che si tengono in città nei fine settimana: stavolta toccava gli alpini...
E in effetti, a parte le vie e i viali dove passava la sfilata e le piazze dove si sono svolte le cerimonie, la città andava avanti col suo solito ritmo.

L'evento si è svolto praticamente solo fra Piazza del Duomo e il Castello Sforzesco dove nel Parco Sempione erano collocati anche gli stand gastronomici.

Certo, i mezzi di trasporto funzionavano, gli ampi spazi non hanno creato assembramenti che si verificano in città più piccole, ma la grande metropoli ha fagocitato le penne nere.

Se nell'adunata del 1992 gli alpini avevano trovato una città chiusa (“non si trovava un bar aperto”, era il commento più frequente), stavolta nella metropoli aperta 24 ore su 24 non era difficile trovare i locali aperti, però nello stile Milanese e con prezzi da città della moda...

Era giusto celebrare i cento anni di fondazione dell’Associazione nazionale alpini a Milano, dove è nata nel 1919, però è mancata la festa di popolo.

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