Valle Sabbia, focus sul lavoro
di Redazione

Un convegno in Comunità montana ha fatto il punto sul lavoro e l’occupazione in Valle Sabbia: il ruolo di Social Work


Lavoro: semplice ed immediata la parola, declinato in mille sfaccettature il suo significato. Se n’è parlato martedì scorso nella sede della Comunità montana a Nozza di Vestone, dove sono andati in scena gli Stati generali sull’occupazione in Valle Sabbia.

Una “full immersion” iniziata al mattino con una tavola rotonda, terminata al pomeriggio con due “workshop” più tecnici dedicati agli addetti del settore, con Marco Brunod della Bicocca di Milano ad introdurre, con l’idea che queste tematiche possano essere meglio affrontate se lo si fa “in rete”.

Tanta la carne al fuoco. Sull’ipotetica griglia sono finiti da una parte i dati raccolti dal “Laboratorio di ricerca ed intervento sociale” condotto dal sociologo Valerio Corradi all’Università Cattolica di Brescia; dall’altra il lavoro svolto da Social Work, il servizio erogato da Valle Sabbia Solidale, società pubblica della Comunità montana che da dieci anni si occupa di inserimenti lavorativi “speciali”, e anche no. Per insaporire il tutto sono stati chiamati a discuterne amministratori, professionisti, tecnici ed imprenditori.

Complessa ed articolata la ricerca riportata da Valerio Corradi, che ci ha restituito una valle a 27 Comuni nella quale negli ultimi dieci anni la popolazione è aumentata ed invecchiata, che ha subito un calo complessivo nel numero delle realtà produttive e fasi altalenanti nel numero degli addetti (ad oggi circa 24mila). La percentuale dei disoccupati si attesta attorno al 6%, in calo. In questo contesto si sta rivelando un problema far incontrare domanda ed offerta di lavoro. Ci sono le aziende che cercano addetti e non li trovano (soprattutto diplomati e laureati) ma anche disoccupati da integrare.

Ecco dunque il Social Work, coordinato da Silvia Scalfi, che ha predisposto una banca dati alla quale tutti possono rivolgersi, ma che si occupa tradizionalmente di inserimento lavorativo di persone che in qualche modo si trovano in difficoltà: 120 ogni anno le persone segnalate dai Servizi sociali, nel 2018 30 disabili, una decina di svantaggiati causa dipendenze o perché psicolabili, 80 persone senza alcuna certificazione, ma ritenute “fragili”. Soprattutto con progetti che prevedono riqualifica professionale e tirocini in azienda i risultati maggiori: il 30% vengono assunti, quasi tutti gli altri trovano comunque lavoro in tempi brevi.

«Il 6% di disoccupazione in Valle può sembrare un dato tutto sommato contenuto, rapportato al panorama nazionale. Si tratta invece troppo spesso di persone che stanno vivendo un disagio importante e riteniamo doveroso intervenire» han detto il presidente comunitario Flocchini ed il presidente di VS Solidale Giorgio Bontempi. Intervento di tipo sociale, ma si possono fare anche due conti: se è vero che ogni inserimento lavorativo fa risparmiare alla Pubblica amministrazione circa 4.200 euro, come afferma il Centro studi Socialis, negli ultimi due anni il lavoro di Social Work ha prodotto un risparmio complessivo di circa 766 mila euro.
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