Tutti a casa della signora Tiziana
di John Comini

L’ho saputo da poco. Quando abitavo al secondo piano del “grattacielo”, proprio di fronte a me, dall’altro lato dello stradone, al secondo piano abitava il dottor Marzollo


Mentre il marito era in ambulatorio, sua moglie, la signora Tiziana, ospitava molti giovani (tra i quali la mia futura moglie…) per aiutarli nello svolgimento dei compiti.
Una generazione di ragazzi e ragazze è salita su quelle scale per raggiungere una grande sala, al cui centro c’era un tavolone massiccio su cui appoggiare le sudate carte.

Una pletora di persone ha frequentato quel cenacolo di cultura: Cesare Ferretti, Gabriele Cavagnini, Dino ed Erina Filippini, Elena Giustacchini, Eugenio Monti, Rosetta Amici, Bruna, Margherita ed Emi Avanzi, Carla Giustacchini, Bianca Franzini, il caro Silvano Baronchelli, Franca Cavagnini, Clara Goffi, Aldo Amici, Sergio Baronchelli, Claudio Fondrieschi, Daniela Mentasti, Giovanni Bosetti, Anna Bendotti…

Molti di questi ricordano ancora il cartellone dei prodotti notevoli appeso al muro, per mettere meglio in testa le formule algebriche. Sotto lo sguardo vigile della signora Tiziana, la cui profonda cultura era garanzia di successo nelle interrogazioni future, tutti curvavano la testa nello “studio matto e disperatissimo”, per dirla con Leopardi. Nei ricordi di quegli ex studenti la signora Tiziana era una “bersagliera”, elargiva ad ognuno attenzione e consigli, ed il suo metodo di insegnamento era efficiente, visto che la maggior parte dei ragazzi poi prendeva ottimi voti. E se il quaderno di qualche “zuccone” era pieno di errori, interveniva con decisione per correggere gli svarioni. Narra la leggenda che qualcuno abbia visto quaderni volare nel vicino Naviglio…

Ma la signora Tiziana lo faceva sempre per il bene del ragazzo, e tutti la ricordano come un mamma-chioccia, e quando lo studio procedeva tranquillo, alcune volte sferruzzava, ma sempre con un occhio verso i “suoi” discepoli. Ma non c’erano solo i compiti da svolgere: quel via vai di ragazzi e ragazze scatenava sentimenti sottobanco, anzi, sopra il tavolone, che era pieno di cuori e scritte…

Quando tempo fa ho avuto la fortuna di incontrare la signora Tiziana, ho apprezzato le sue straordinarie qualità: è una bellissima signora, cordiale, lucidissima e con lo sguardo aperto ed intelligente, si ricorda le lingue e fa ancora da mangiare per le amatissime nipoti. Ascoltando la sua storia, ho pensato davvero che la vita è un romanzo.

La nonna della signora Tiziana è del Molise, di Salcito, vicino al fiume Trigno. La mamma era Gemma Di Salvo, consorte del dott. Adolfo Battisti, che a Salò svolse la missione di medico. Come pure a Bagolino, dove la signora Tiziana è nata nel 1924. Il padre aveva servito la Patria da volontario e da Capitano degli Alpini nella grande guerra. Fu tra i fondatori della Sezione Alpini “Monte Suello”.

La signora Tiziana ricorda come fosse ieri di aver accompagnato il papà in tram a Brescia: avrebbe voluto andare in Russia con gli alpini, ma poi fu spedito in Corsica in Ospedale, come Maggiore Medico. Ma fu tragicamente vittima nell’adempimento del dovere, il 31 gennaio 1943, in Calvi di Corsica. Aveva 45 anni. Per la famiglia fu un dolore immenso. La madre Gemma si rivelò una persona straordinariamente forte, e si sacrificò con generosità per crescere i 7 figli: Tiziana, Silvana, Maria Grazia, Gabriella, Alberto, Vittorio, Ezio. Anche Tiziana, che aveva studiato al liceo classico Bagatta ed intrapreso gli studi di chimica all’Università di Padova, si dedicò per le necessità familiari. Dice: “La guerra! I nipoti non possono sapere cos’è la guerra!” Ha lavorato all’Ospedale tedesco di Gardone Riviera con la sorella, poi al Civico di Salò come insegnante.

Parlando della signora Tiziana, non posso dimenticare il marito, il dottor Marco Marzollo, che tutti ancora ricordano sia come medico sia per aver dato lustro alla comunità gavardese.  Nasce a Burano (Venezia) il 22 gennaio 1915, da Giuseppe e Lisetta Bezzi, di antica famiglia veneziana.  Poiché il padre, segretario comunale, va soggetto a trasferimenti, gode dell’ospitalità della nonna materna a Venezia, che plasma il nipotino in uno stile personalissimo: a nove anni lo porta al teatro La Fenice dove si rappresenta un’opera lirica. Sempre la nonna, mentre lavora a maglia, lo “costringe” ad un’ora di studio al pianoforte e gli trasmette l’amore per la musica e la sua storia.

A Venezia Marco frequenta il Ginnasio-Liceo “Marco Polo” fino al conseguimento della maturità classica nel luglio ‘32. Tra i docenti, il poeta Diego Valeri. Conosce ed apprezza il poeta dialettale Biagio Marin a Grado, dove si trasferisce con la famiglia. Iscrittosi alla facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università di Padova, si laurea nel ‘38 con 110 e lode. Nel marzo ‘39 frequenta la scuola per allievi ufficiali di complemento a Firenze. Con lo scoppio della guerra venne mandato da sottotenente medico prima sul fronte greco, poi in Albania e infine in Jugoslavia. Dopo l’8 settembre è fatto prigioniero: il Comando tedesco propone agli ufficiali medici di entrare a far parte della Sanità della Wehrmacht, proposta che viene respinta da tutti gli interpellati.

Quando i tedeschi si ritirano, raggiunge il comando partigiano ed è nominato direttore di un ospedale da campo. Passa (come ha scritto) “da ufficiale del Regio esercito a internato del Reich a medico di una brigata partigiana.” Riesce ad ottenere il salvataggio di un gruppo di 81 ex prigionieri e provvede al loro rimpatrio in Italia.

Intanto, nel ’44, avendo vinto il concorso di segretario comunale, il padre di Marco si trasferisce a Gavardo con la famiglia, stabilendosi inizialmente in via Quarena, poi, a seguito del bombardamento del 29 gennaio ’45, nella frazione Limone, ospite dei Bruni Conter. Solo nell’agosto ‘45 Marco può raggiungere i suoi: a Gavardo è assunto in Ospedale, ottenendo contemporaneamente la prima condotta medica di Sopraponte e Vallio, e la seconda condotta a Gavardo.

Nel 1946 sposa la signora Tiziana. Nascono tre figli: Claudio (1947), Paolo (1950) e Mauro (1966).

Nel ‘62 consegue il diploma di specialista in Medicina Generale e l’anno successivo quello di Cardiologia presso l’Università di Bologna. Gli avisini sono a lui riconoscenti per aver fondato, insieme alla signorina Tullia Braga, l’associazione AVIS di Gavardo. Nel ‘54 partecipa all’avventura speleologica del “Gruppo Grotte Gavardo”, insieme all’amico maestro Piero Simoni e ad altri entusiasti “avventurieri”. Scrive approfonditi studi scientifici per gli “Annali del Museo” e ne diviene presidente dal ‘63 al ’74. Uomo di profonda cultura, cura la presentazione di una mostra di pittura di Silvio Venturelli e di una mostra di sculture del vestonese Nino Cloza. I genitori di Marco portano avanti un’intensa esperienza teatrale nel Teatro S. Antonio di Sopraponte. Padre e figlio affiancano Eugenio Bertuetti, tornato al paese natìo dopo la parentesi torinese quale direttore de “La gazzetta del popolo”, per la messa in scena de “Il velo bianco”, che ottiene un lusinghiero successo di pubblico e di critica.

Partecipa alle esperienze televisive di “Lascia o raddoppia?” con la professoressa Filippini Ippolita di Salò ed il dott. Ugo Gagliardi.
Nel ‘64 entra a far parte dell’Associazione Medici Scrittori Italiani. Bellissimi i racconti “Ciao, Serenissima…!” e il volumetto “L’isolo”, affettuosamente dedicato alla moglie Tiziana. Narra dell’isolotto di Gavardo che divide le acque del fiume Chiese (ah, il Chiese!) da quelle del canale Naviglio, “una specie di isola allungata, stretta, piatta, quasi completamente spoglia di vegetazione; l’abitato la circonda da entrambe le parti, ma non ne invade il territorio, salvo al centro, dove due ponti la congiungono alla solida roccia delle rive.” Un libro piccolo, ma secondo me bellissimo, che ti regala un senso di malinconia che ricorda i grandi autori russi.
Nel ‘68 è tra i fondatori del Lions Club Valsabbia.

La musica è un altro grande amore, e gli ispira il libro “Minime, semiminime ed accidenti”. Fa parte dei consigli direttivi delle principali istituzioni musicali di Brescia e provincia e contribuisce con i suoi scritti alla conoscenza ed alla diffusione della musica classica e dell’opera. Contribuisce con passione alla nascita dell’Estate Musicale salodiana “Gasparo da Salò”.  Bella la frase scritta sul Giornale di Brescia: “Invidio gli esperti che, analizzando brani musicali, parlano di salti di quarte, di none rovesciate, di serie fondamentali, con la stessa padronanza di cui danno prova gli astrofisici quando nominano buchi neri, quasar, big-bang, eccetera. Io, quando guardo il cielo, non ci capisco molto, ma lo guardo ugualmente, perché mi piace.”
E non posso dimenticare i seguitissimi Cineforum al Salone. Ci ha lasciati il 10 settembre 2002.

Ho saputo dalla signora Tiziana che lei e una sua sorella hanno sposato due fratelli Marzollo, uno dei quali, Federico, generale dei carabinieri.
Dei figli della signora Tiziana, Claudio è laureato in ingegneria, ha lavorato molti anni nell’industria chimica. È un appassionato velista e chitarrista per diletto. Da sempre un accanito lettore di fantasy e fantascienza, ha pubblicato alcuni libri: “I mondi di Chiara”, “Il mondo in fondo al Pozzo”, “Chiara e i mondi perduti”.

Paolo ha frequentato la facoltà di Medicina a Parma laureandosi a pieni voti ed ha prestato servizio nella città emiliana. «Perché medico? Non è stato mio padre a spingermi a prendere questa strada, semplicemente, mi attirava questa professione».
Si trasferisce al Civile di Brescia. È stato lui nel 1994 a far nascere a Brescia, con abili collaboratori, il 118, con i primi voli dell’eliambulanza. Una svolta epocale nel campo dei soccorsi.

Il terzo figlio, Mauro, è in Marina, Capitano di Fregata.

Tantissime persone provano un sentimento di riconoscenza verso la signora Tiziana e la sua splendida famiglia, e le augurano molti anni di salute e si serenità. Grazie, signora Tiziana!

maestro John

Nelle foto:
1) La signora Tiziana con il marito Marco Marzollo
2) Con gli “esploratori” del Gruppo Grotte Gavardo (ci sono anche i figli Paolo e Claudio con la chitarra)
3) Il dottor Marzollo in un incontro dei Lions Club Valsabbia
4) La signora Tiziana circondata dall’affetto delle nipoti

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