Il cobra
di Luca Rota

Nei ricordi d’infanzia di ognuno di noi, sono presenti degli eroi (sportivamente parlando) che per quanto “di passaggio”, entrarono nel nostro immaginario per non uscirne più


Nei primi anni Novanta, nel calcio di casa nostra esistevano ancora le bandiere, ed ogni squadra ne annoverava almeno una tra le sue fila.

Sandro Tovalieri divenne il simbolo di quel Bari in lotta per non retrocedere, che davanti al grandioso pubblico del San Nicola, dopo ogni gol festeggiava facendo il trenino

È in quell’atmosfera che nella stagione 94/95 espresse il suo massimo potenziale, facendo sobbalzare per ben diciassette volte la torcida barese, e favorendo altrettante volte la partenza del “locomotore”.

Prima di allora una carriera costellata da tanta instabilità, con un assaggio di massima Serie nella sua Roma agli esordi, poi qualche prestito e prima dell’approdo in Puglia tanta B.

Lì dove incontrerà i galletti, riportandoli in A, restandovi per ben tre stagioni, prima di continuare a peregrinare da una squadra all’altra, sempre per non più di una stagione.

Un figlio del Sud che proprio nel suo Sud seppe vivere le migliori stagioni della sua carriera, e che lontano da Bari, non trovò più quello smalto che gli permetteva, se in forma, di tenere allerta qualunque difensore, colpendo implacabile e letale al minimo spazio concessogli.

Come un cobra.

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