Storo, scoperta un'altra incisione su pietra
di Aldo Pasquazzo

Il ritrovamento del cippo granitico, risalente a quasi un secolo fa, qualche giorno fa in una casa a Faserno 


A Storo erano finora almeno due i cippi granitici destinati a rimanere nella storia, ma qualche giorno fa in una casa a Faserno è stata rinvenuta un'altra scritta risalente a 96 anni fa. 
 
Quest'ultima dicitura su pietra, scoperta nella casa di Renato Sai, risale a quasi un secolo fa. Ad imprimerla su quel sasso con chiodo o punteruolo risulta essere stato un certo Avanzi di Torino, che all'epoca faceva il militare lungo quel versante. 
 
La lastra in porfido testimonia tra l'altro che in data 18 giugno 1923 a Faserno aveva nevicato e  che il manto bianco aveva raggiunto i 40 centimetri.
 
La casa di Renato Sai è dislocata nel verde, a quota 1200 metri, in quella che i concittadini considerano la Storo Alta. Oltre alle diverse case estive anche una chiesetta, nonché la colonia alpina don Vigilio Flabbi, realizzata dal volontariato storese agli inizi degli anni '60.  
Da allora nel periodo estivo ogni anno vi si alternano a turno un centinaio di ragazzi, se non di più.
 
A Storo comunque le scritte storiche su pietra non finiscono qui. Dinanzi a casa Canetti si legge: “16 + 88 e QVI – SI DEPONGONO LE ARME O ^ SI LEVANO ^ LE CARTELLE”. Tradotto in altre parole - rileva lo storico professor Gianni Zontini  rifacendosi ad uno scritto di Antonio Folloni - il tutto risalirebbe ad un ordine del Principe Vescovo di Trento di data 1688, in cui guardie di paese accertavano l'andirivieni (irregolare o meno) di eventuali forestieri”.
 
Appena al di là del Ponte di Cà Rossa è invece posizionato un altro cippo granitico con la scritta: “ANNO MDCC XXIII – BORGO STORO”. 
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