Senza nome
di val.

Ancora sconosciuta l'identità della donna ritrovata alla centrale idroelettrica di via Dei Marassi a Prevalle. Il cadavere è stato ricomposto nel Centro di medicina legale di Brescia. Fra le ipotesi la disgrazia oppure il gesto deliberato



Il corpo di una giovane donna è stato rinvenuto ieri poco prima di mezzogiorno dagli addetti della centrale idroelettrica Dkw Italia, nell’impianto che apre al civico 37 di via Dei Maressi, a Prevalle. Immediata la segnalazione al 118 e ai carabinieri.

Sul posto è intervenuto l’equipaggio dell’auto medicalizzata, purtroppo solo per constatare il decesso della donna, che sarebbe avvenuto 7/8 ore prima.

Ieri sera la sua identità era ancora sconosciuta
.
Indagano intanto i carabinieri di Nuvolento al comando del maresciallo Napolitano ed i colleghi della Compagnia di Brescia, intervenuti in via Dei Maressi insieme agli agenti della Locale di Prevalle e quelli di Calvagese-Muscoline.

Il cadavere, recuperato dai vigili del fuoco giunti sul posto da Salò quando il magistrato di turno ha dato il nulla osta alla sua rimozione, è stato ricomposto nel Centro di medicina legale del Civile di Brescia, a disposizione delle autorità.

Nelle prossime ore e nei prossimi giorni, grazie alle impronte o più probabilmente grazie a qualche segnalazione di scomparsa che ieri sera ancora non era arrivata, gli inquirenti cercheranno di dare un nome alla sfortunata vittima.

L’esame autoptico potrà forse chiarire le circostanze della sua morte: se si sia trattato di un tragico incidente oppure l’epilogo di un gesto deliberato. Una prima analisi del cadavere, infatti, escluderebbe che possa essere stato oggetto di violenza.

In un primo momento sembrava che qualcuno dei presenti avesse riconosciuto nella vittima una trentenne, non della zona, già affidata ai servizi sociali.
Invece no: successivi accertamenti hanno escluso questa pista.
L’età però potrebbe essere quella giusta.

Quando è stata ritrovata, la donna indossava una maglietta e dei leggings, ai piedi aveva dei sandali.
L’ipotesi più probabile è che l’annegamento sia avvenuto da Longavina in poi, lungo un breve tratto del fiume Chiese oppure  lungo i 3 chilometri e 150 metri di canalizzazione partendo da Canova accompagna il corso del Fiume, lo attraversa in prossimità di Ponte Clisi e porta l’acqua fino alla centrale.

Dovrebbe essere successo ieri di prima mattina.

La corrente ha poi trasportato il corpo della sfortunata donna fin contro la griglia che filtra le acque prima che raggiungano le turbine.

Uno scolmatore accumula i detriti che ad intervalli regolari vengono issati da un nastro trasportatore in un cassone appositamente predisposto.

Gli operai ogni tanto ispezionano questo cassone per vedere quando è pieno ed indirizzare il nastro ad un altro analogo contenitore.
E’ così che l’hanno vista.

La speranza è che le indagini possano presto portare a qualche risultato.


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