«Dall'est all'ovest», focus sulle esportazioni
di red.

Si è tenuto ieri nella sede di AIB il convegno dedicato all’export di prodotti alimentari di origine animale verso Paesi Terzi. Nel bresciano gli impianti che effettuano tali esportazioni sono 47   

 
Si è tenuto ieri pomeriggio, nella sede dell’Associazione Industriale Bresciana in via Cefalonia a Brescia, il convegno “Dall’Est all’Ovest”, promosso dalla stessa AIB e da ATS Brescia e concentrato sul tema delle esportazioni di alimenti verso Paesi Terzi.
 
“Questa iniziativa ha offerto ad AIB la possibilità di continuare i lavori affrontati in una giornata dedicata al comparto, organizzata nell’autunno 2016, sempre con ATS – ha sottolineato Mauro Esposto, Presidente del Settore Agroalimentare-Caseario di AIB –. L’obiettivo del convegno è stato quello di focalizzarsi sulle barriere non tariffarie richieste per alcuni prodotti alimentari, aiutando le aziende a capire come affrontarle. La qualità del prodotto continua a restare la principale garanzia di successo internazionale”.
 
Secondo i dati dell’Ufficio Studi e Ricerche di AIB, le esportazioni del comparto alimentare in provincia di Brescia sono cresciute nel 2018 del 16,9% rispetto al 2013, attestandosi a 433 milioni di euro; tra le aree di destinazione spicca l’Unione Europea a 28 (310 mln) davanti ad America settentrionale (45 mln) e Asia orientale (32 mln), mentre tra le nazioni prevale la Francia (61 mln), davanti a Germania (51 mln) e Regno Unito (43 mln). Tra i rialzi maggiori nel quinquennio figurano invece Stati Uniti (+53,8%), Spagna (+130,8%) e Giappone (+261,1%).
 
Il 35,9% delle esportazioni bresciane è costituito dai prodotti delle industrie lattiero casearie (155 mln), mentre tra gli altri gruppi di prodotti si segnalano prodotti da forno e farinacei (21,6%), carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne (9,2%), frutta e ortaggi lavorati e conservati (5,8%).
 
“I prodotti alimentari italiani possono essere esportati quando è dimostrato che rispettano anche i requisiti stabiliti dal Paese Terzo di destinazione e, quindi, sono sicuri per l’uomo, per gli animali, per l’ambiente. È a questo punto che entrano in azione le ATS, autorità competenti per la sicurezza alimentare – ha aggiunto Laura Lanfredini, Direttore Sanitario di ATS Brescia –. La ATS garantisce che gli operatori rispettino i criteri di (bio)sicurezza stabiliti dal Paese Terzo interessato, attraverso controlli periodici, integrativi rispetto a quelli già programmati secondo i regolamenti comunitari, presso gli stabilimenti del settore alimentare che esportano alimenti di origine animale verso Paesi Terzi, e lo documentano con il rilascio di appositi certificati di esportazione.

L’impegno dei veterinari di ATS Brescia in questo settore è rilevante: nel territorio di competenza sono presenti 47 impianti che esportano alimenti di origine animale verso Paesi Terzi, di cui 25 iscritti in liste ufficiali di esportazione verso Paesi Terzi (soprattutto produttori di Grana Padano), oltre al primo macello italiano autorizzato per l’esportazione di carne bovina “kosher” verso Israele (a Montichiari) e a uno dei più importanti produttori europei di caviale, per il 90% esportato (a Calvisano)”.
 
Durante i lavori – coordinati da Nevio Guarini (ATS Brescia) – sono intervenuti anche Nicola Santini (Ministero della Salute), Alessandra Gregori (ATS Brescia), Gianluca Pinotti (Regione Lombardia), Claudio Monaci (ATS Milano Città Metropolitana), Giulia Rabozzi (ASSICA),Ettore Soria (ASSOLATTE) e Giancarlo Ravagnan (Associazione Piscicoltori Italiani).
 
In foto, da sinistra: Laura Lanfredini, Nevio Guarini, Mauro Esposto
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